Lavoro, 7 italiani su 10 preferiscono la flessibilità

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Se i dipendenti italiani dichiarano di lavorare in media 42 ore a settimana per il tempo pieno e 31 ore per il part time, il 45% sarebbe disposto ad aumentare l’orario per uno stipendio più alto, mentre il 67% preferirebbe un orario di lavoro più flessibile. E il 68%, se potesse, sceglierebbe di lavorare da casa almeno occasionalmente. Flessibilità di lavoro e ‘smart working’, quindi, sembrano riscontrare interesse fra i lavoratori italiani, secondo quanto emerge dall’indagine condotta da Randstad, secondo player al mondo nei servizi per le risorse umane, in occasione dell’assegnazione del Randstad Award.

La ricerca, infatti, ha indagato anche l’opinione degli italiani sulla flessibilità del posto di lavoro, da cui emerge appunto che – sebbene in base al contratto i dipendenti dovrebbero lavorare in media 41 ore a settimana per il tempo pieno e 29 ore in media a settimana per il part time – i dipendenti lavorano in media 42 e 31 ore a settimana per tempo pieno e part time. E circa un terzo degli italiani, in maggioranza uomini, dichiara di lavorare più di 40 ore a settimana.
Dunque, il 46% dei dipendenti è soddisfatto del proprio orario di lavoro attuale, mentre il 45% lavorerebbe di più per uno stipendio più alto e il 2% lavorerebbe di più per la stessa retribuzione. Il 7% lavorerebbe di meno guadagnando di meno.
Una retribuzione superiore è di gran lunga la motivazione principale a lavorare di più, indicata dall’83% dei dipendenti. Solo per il 38% al primo posto c’è l’avanzamento di carriera, per il 22% lo sviluppo personale. Poi, vengono anche maggiore influenza sul lavoro, maggiore autostima e una via di fuga dalle attività domestiche. Gli uomini sono più motivati a un aumento di orario rispetto alle donne da una promozione o dall’opportunità di essere più influenti, mentre la promozione è la ragione principale che spinge a lavorare di più la forza lavoro tra 25 e 44 anni. Le principali motivazioni per lavorare meno, invece, sono un maggiore tempo libero per sé (74%) e una vita più sana e meno stressante (58%). Dopo vengono l’esigenza di più tempo da passare con i figli, più tempo da dedicare a sport e hobby, più tempo per scuola, studio, formazione, ma anche la volontà di prendersi cura di un familiare, di fare volontariato a scopo sociale o di avviare un’attività in proprio.
Se gli uomini desiderano più spesso tempo libero da dedicare a se stessi, le donne sono più frequentemente motivate da maggiore tempo per i figli. Sono i lavoratori più anziani a sottolineare l’esigenza di lavorare meno per un migliore equilibrio vita professionale-privata. Ben il 67% dei lavoratori italiani sarebbe disponibile a un orario di lavoro più flessibile. Nel dettaglio, tra questi, il 44% sceglierebbe un orario giornaliero flessibile, il 16% più ore al giorno per una settimana più corta, il 7% giornate lavorative flessibili. Gli orari flessibili sono apprezzati più dalle donne che dagli uomini, più da impiegati che da operai, con una maggiore incidenza tra lavoratori maturi e con alto titolo di istruzione.
Intanto, lo smart working si afferma come un’opportunità sempre più praticabile per i lavoratori. Il 68% dei dipendenti italiani desidera lavorare da casa almeno occasionalmente: di questi il 39% preferirebbe il telelavoro occasionale, il 19% un numero fisso di giorni, il 10% ogni giorno. Non ci sono differenze significative tra uomini e donne, mentre è rilevante la distinzione per età: i lavoratori più anziani preferiscono il lavoro da casa più dei più giovani. Il telelavoro piace soprattutto ai dirigenti (74%), ma tra gli operai l’interesse supera quello degli impiegati.