Lavoro, bonus occupazione finanziato con i ritardi del Sud

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Per recuperare i 3,5 miliardi di euro necessari a coprire lo sgravio contributivo per le assunzioni a tempo indeterminato per il periodo 2015-2018, come previsto dalla legge di stabilità del 2015, il governo aveva dato mandato all’Agenzia di Coesione Territoriale di “prelevare” le risorse, non ancora oggetto di impegni giuridicamente vincolanti alla data del 31 dicembre 2014, dai Piani di azione coesione i cui interventi sono concentrati prioritariamente nelle quattro Regioni dell’area convergenza dei fondi strutturali (Calabria, Campania, Sicilia e Puglia). Il tutto, nonostante la ferma contrarietà della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, con Campania, Puglia e Sicilia che hanno posto la questione di incostituzionalità del provvedimento dinanzi alla Corte costituzionale. I risultati della missione del gruppo di azione dell’Agenzia di Coesione Territoriale, ricostruibili principalmente dalle delibere di giunta delle Regioni interessate, dai decreti adottati dall’ispettore generale capo per i rapporti finanziari con l’Unione Europea e da alcuni verbali dei Comitati di sorveglianza, non lascia spazio a dubbi circa l’efficacia dell’intervento di riprogrammazione finanziaria: ben 2.928 milioni di euro recuperati, dei quali 2.228 milioni di euro dai Piani di Azione Coesione a titolarità delle Regioni e 700 milioni dai programmi ministeriali. E’ il Meridione a fare la parte del leone nella copertura finanziaria del bonus occupazionale: 2.890 milioni di euro prelevati per mancanza di impegni giuridicamente vincolanti nella disponibilità delle Regioni, pari al 98,7% del totale delle risorse soggette alla sforbiciata governativa, a cui si aggiungono poco più di 37 milioni di euro “inutilizzati nei tempi previsti” da Umbria, Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta. Mentre è il Centro-Nord a utilizzare maggiormente le risorse per lo sgravio contributivo: ben 794 mila assunzioni incentivate nel 2015, pari al 69%, a fronte dei 364 mila rapporti di lavoro registrati al Sud, pari al 31%. È quanto emerge dalla Nota scientifica “Sud, locomotiva finanziaria del bonus occupazione” realizzata dall’Istituto Demoskopika.

Un tesoretto di 2.228 milioni dai Pac regionali
E’ pari a 2.228 milioni di euro il castelletto delle risorse a valere sui Piani di Azione Coesione a titolarità regionale pari al 76,1% delle risorse complessive, senza impegni giuridicamente vincolanti, monitorato dall’Agenzia per la Coesione Territoriale per sostenere lo sgravio contributivo per le assunzioni per come sancito dalla Legge di stabilità per il 2015. Ben 1.984 milioni di euro provengono dalle riprogrammazione finanziaria dei Piani di azione coesione (Pac) delle quattro regioni dell’area convergenza, cioè Campania, Sicilia, Puglia e Calabria. Obiettivo, il Pac, della programmazione dei fondi comunitari 2007-2013, è bene ricordarlo, nato per accelerare la convergenza degli Stati membri e delle Regioni in ritardo di sviluppo, migliorando le condizioni di crescita e d’occupazione.

Alla Sicilia il primato dei ritardi
Entrando nel dettaglio delle singole realtà regionali, osservate dall’Istituto Demoskopika attraverso l’analisi delle deliberazioni di giunta regionali e dei decreti dall’ispettore generale capo per i rapporti finanziari con l’Unione Europea (Igrue), si registra il “primato del ritardo” della Regione Sicilia il cui ammontare complessivo delle risorse riprogrammabili del Pac, sottratto alla dotazione complessiva a titolarità regionale per finanziare il bonus occupazione, ammonta a 801 milioni di euro: 274 milioni di euro nel 2015, 66 milioni di euro nel 2016, 307 milioni di euro nel 2017 e, infine, 154 milioni di euro nel 2018. Al secondo posto si colloca la Campania con un valore stimato, quale media della riprogrammazione dell’intero ammontare delle risorse a titolarità regionale, pari a 582 milioni di euro: 162 milioni di euro nel 2015, 170 milioni di euro nel 2016, 167 milioni di euro nel 2017 e, infine, 83 milioni di euro nel 2018. La stima si è resa necessaria – precisa la nota scientifica dell’Istituto Demoskopika – vista l’indisponibilità del dato probabilmente per una mancata chiusura, ad oggi, dell’iter amministrativo che dovrebbe sancire formalmente l’accettazione della proposta di riprogrammazione del Piano di azione coesione inoltrata dall’Agenzia per la Coesione Territoriale alla Regione Campania. Al terzo posto tra le regioni più penalizzate dai ritardi per assenza di impegni giuridicamente vincolanti sulle risorse del Piano di azione coesione a titolarità regionale, la Calabria che ha subìto un taglio pari a 373 milioni di euro: 110 milioni di euro nel 2015, 250 milioni di euro nel 2016, 8 milioni di euro nel 2017 e, infine, 5 milioni di euro nel 2018. A seguire la Puglia con un “esborso forzato” di risorse Pac pari a 229 milioni di euro di cui 113 milioni di euro nel 2016, 77 milioni di euro nel 2017 e 39 milioni di euro nel 2018 e la Sardegna con una contrazione di 198 milioni di euro di cui 30 milioni di euro nel 2015, 51 milioni di euro nel 2016, 78 milioni di euro nel 2017 e 39 milioni di euro nel 2018. In coda, con decrementi meno rilevanti nel castelletto della riprogrammazione dei Piani di azione coesione altre quattro realtà regionali per un ammontare complessivo pari a poco più di 45 milioni di euro: Umbria con 18 milioni di euro, Friuli Venezia Giulia con 15 milioni di euro, Abruzzo con 8 milioni di euro e Valle d’Aosta con 4 milioni di euro.

Il Nord principale beneficiario degli sgravi
Con oltre 538 mila rapporti di lavoro instaurati con la fruizione dell’esonero contributivo previsto dalla legge di stabilità del 2015, quale totale tra le assunzioni a tempo indeterminato e le trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti a termine, è il Nord l’area che ha usufruito maggiormente del bonus occupazione: esattamente il 46,5% su un dato complessivo pari a poco più di 1 milione e 158 mila rapporti di lavoro. In testa, in valore assoluto, la Lombardia con 209 mila tra assunzioni e trasformazioni, il Veneto (94 mila rapporti), l’Emilia Romagna (90 mila rapporti) ed il Piemonte (76 mila rapporti). Meno rilevanti la Liguria con 26 mila tra assunzioni e trasformazioni, il Friuli Venezia Giulia (22 mila rapporti), il Trentino Alto Adige (19 mila rapporti) e la Valle d’Aosta (2 mila rapporti). Al Centro l’impiego dei bonus occupazione ha generato poco più di 255 mila rapporti di lavoro apri al 22,1% del dato complessivo: Lazio (142 mila rapporti), Toscana (69 mila rapporti), Marche (28 mila rapporti) e Umbria (16 mila rapporti). Nelle realtà territoriali del Meridione, la fruizione dello sgravio contributivo ha prodotto circa tre rapporti di lavoro su dieci: 364 mila assunzioni a tempo indeterminato e trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti a termine pari al 31,4% del dato complessivo. In testa, nell’analisi dei valori assoluti, la Campania con 120 mila rapporti instaurati, la Sicilia (74 mila rapporti), la Puglia (72 mila rapporti). Meno rilevante il dato per la Calabria con 28 mila rapporti di lavoro instaurati con la fruizione dell’esonero contributivo, la Sardegna (27 mila rapporti), l’Abruzzo (26 mila rapporti), la Basilicata (11 mila rapporti) e il Molise (6 mila rapporti).