Lavoro: Corso (PoliMi), cresce smart working, bene ‘Settimana agile’ Milano

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Milano, 18 mag. (Labitalia) – “La settimana del lavoro agile è un’occasione di grande valore per ribadire l’importanza di un modello di organizzazione in grado di portare benefici in termini di produttività, riduzione dell’assenteismo e dei costi, conciliazione vita-lavoro, riduzione dell’inquinamento. Ma in questa edizione rappresenta anche l’opportunità per trarre il bilancio positivo di un anno di legge sullo smart working”. È il commento di Mariano Corso, responsabile scientifico dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, in occasione della settimana del lavoro agile, in partenza a Milano dal 21 al 25 maggio.

“Il supporto legislativo, insieme a una crescente consapevolezza da parte delle organizzazioni, ha consentito a imprese e lavoratori – spiega -di superare i vincoli rigidi di orari e luoghi di lavoro e di realizzare accordi individuali che prevedano modalità di lavoro più flessibili e mature basate sulla fiducia e l’orientamento ai risultati. Il numero di progetti di lavoro agile risulta in crescita nel privato, ma i passi avanti più significativi si notano nel pubblico, che finalmente ha cominciato a sviluppare le prime iniziative”.

“Milano – sottolinea Corso – è indiscutibilmente la capitale italiana dello smart working: almeno una trentina di grandi organizzazioni con progetti di lavoro agile attivi hanno sede nell’area del capoluogo lombardo, più che in ogni altra realtà italiana. In città si respira un fermento positivo che darà vita a iniziative importanti nei prossimi mesi”.

Secondo l’ultima rilevazione dell’Osservatorio Smart Working, sono ormai 305.000 gli smart workers italiani, pari all’8% del totale dei lavoratori, che mostrano una maggiore soddisfazione per il proprio lavoro e maggiori competenze digitali rispetto alla media. Il 36% delle grandi imprese italiane ha già avviato un progetto strutturato di smart working. Tra le pmi, il 22% ha progetti anche informali di smart working, il 7% progetti strutturati. Nella pubblica amministrazione solo il 5% degli enti ha attivi progetti strutturati e un altro 4% pratica lo smart working informalmente.

“Lo smart working cresce anche se sono ancora pochi i progetti di sistema che hanno portato a un ripensamento dei modelli di organizzazione del lavoro, estendendo a tutti i lavoratori flessibilità, autonomia e responsabilizzazione”, osserva Mariano Corso.

“I benefici potenziali sono enormi: abbiamo stimato come l’adozione di un modello maturo di smart working produca un incremento di produttività per le imprese pari a circa il 15% per lavoratore, che a livello di sistema Paese significano 13,7 miliardi di euro di benefici complessivi. Per i lavoratori, anche una sola giornata a settimana di remote working può far risparmiare in media 40 ore l’anno di spostamenti e una riduzione di emissioni pari a 135 kg di CO2 l’anno”, conclude.