Lavoro, disuguaglianza tra redditi cresce più che nel resto d’Europa

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Negli anni della Crisi la disuguaglianza nel nostro Paese e’ cresciuta molto di piu’ che nel resto dell’area euro: e’ quanto emerge da una ricerca sul tema effettuata dal Centro Studi ImpresaLavoro. L’indice di Gini, la misura delle disuguaglianze tra redditi in un determinato contesto era per il nostro paese pari a 32,5 nel 2013 (base 100), in rialzo del 4,84 per cento rispetto al 2008. Fanno meglio di noi, sia in valore assoluto che in termini di andamento, il Regno Unito (indice di Gini pari a 30,2, in calo del 10,91 per cento), la Francia (indice di Gini pari a 30,1, in lieve rialzo +1,1 per cento) e la Germania (indice di Gini 29,7, in calo del 1,66 per cento). Disuguaglianze tra “ricchi” e “poveri” superiori alla nostra si incontrano in Grecia (indice di Gini 34,4, in rialzo del 2,99 per cento) e in Spagna (indice di Gini 33,7, in rialzo del 5,64 per cento). La zona Euro presente un indice di disuguaglianza di 30,6, in aumento dello 0,99 per cento mentre e’ in calo dell’1,29 se si prende come riferimento l’Europa a 27 (indice di Gini pari a 30,5). L’indice di Gini considerato e’ quello “finale”, ovvero esaminato dopo i trasferimenti sociali. Prima dell’intervento dello Stato l’indice di Gini italiano era pari a 48,9. L’impatto delle politiche fiscali e’ stato, quindi di 16,4 punti. Un risultato non esaltante se si considera il confronto con altri paesi. La Germania parte da livelli di disuguaglianza prima dell’intervento statale molto piu’ elevati del nostro (56,4 contro 48,9) eppure l’impatto delle politiche fiscali riesce a ridurre questo divario di ben 26,7 punti portandolo a 29,7 punti e quindi al di sotto del nostro Paese. In termini generali, anche confrontato con quello francese, l’impatto delle nostre politiche fiscali e’ modesto: quello dei cugini transalpini “vale” infatti 20,2 punti di diminuzione del codice di Gini pre e post intervento statale contro i nostri 16,7.