A luci sul lavoro il workshop internazionale: “Lavoro, mismatch e competenze”. A discuterne nella terrazza della Fortezza di Montepulicano (SI), Giovanni Crisonà, Presidente Skillman, Fumie Higashira, Joint Project Coordinator Wapes (l’organizzazione mondiale dei servizi pubblici per l’impiego), Massimo Temussi, Presidente e AD Anpal Servizi, Filippo Del Ninno, European Training Foundation, Carlo Scatoli, Esperto Senior DG Occupazione, Affari sociali e Inclusione, Commissione europea.
A Luci sul Lavoro confronto tra esperti del settore e policy makers, sia internazionali che nazionali, per superare le difficoltà di incrocio tra domanda e offerta di lavoro.
“Il paradigma del lavoro è cambiato, il punto di partenza non è più il curriculum tradizionale ma lo skilling in generale cioè le competenze che si possiedono” – Spiega introducendo i lavori, Massimo Temussi, presidente e ad di Anpal servizi – “Paradigma che investe le vecchie politiche del lavoro che ovviamente devono adeguarsi agli strumenti innovativi digitali che con tecniche di intelligenza artificiale sono in grado di mappare le competenze partendo dall’analisi del curriculum. Il mercato del lavoro italiano cerca più di 1 milione di posti di lavoro per professioni di alta competenza e specializzazione, tecniche e sanitarie e 3 milioni sui green jobs. Nei prossimi anni il mercato del lavoro in Italia dovrà fare i conti con l’invecchiamento della popolazione poiché attualmente l’età media della popolazione italiana è di 48 anni, la più alta in Europa che in due decenni è aumentata di 7,3 anni. Così come ll peso percentuale dei giovani 15-24 anni sulla popolazione è il 9,8%, uno dei più bassi in Europea. C’è da sottolineare che l’Italia sta guadagnando terreno e, se si considerano i progressi del suo indice annuale di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI) negli ultimi cinque anni, sta avanzando a ritmi molto sostenuti.” conclude Temussi.
Una visione interessante di cosa sta succedendo anche fuori dall’Europa in termini di incrocio domanda e offerta viene dal contributo di Fumie Higashira, Joint Project Coordinator di Wapes (Association Mondiale des Services Publics d’Emploi): “Ho partecipato a un progetto tra il Ministero del Lavoro e del Welfare giapponese e un’associazione no-profit belga allo scopo di migliorare i servizi pubblici per l’impiego nell’area asia – pacifico. Nel 2019 la Cambogia, primo paese parte del progetto e il suo mercato del lavoro registra una forte crescita, aumenta rapidamente fino a raddoppiare rispetto a 40 anni prima. In diversi paesi dell’area asia – pacifico i servizi pubblici per l’impiego hanno ruolo cruciale ma sono pochi e così diventa fondamentale puntare al loro ammodernamento. In Cambogia esistono occorre solo 14 job center nelle varie province, occorre aumentare il personale addetto e migliorare i servizi anche attraverso l’on-line. Il miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia dei servizi pubblici per l’impiego servirà a anche migliorare il matching tra domanda e offerta di lavoro”.
Per Filippo Del Ninno, European Training Foundation: “L’unica soluzione e su cui siamo d’accordo è la formazione permanente. L’Unione Europea ha investito enormi risorse, nell’anno delle competenze ha investito ancora più risorse sulla formazione l’UE lavora su target da raggiungere. Con il target del 60% di popolazione da avviare a formazione, in Europa, oggi siamo tutti lontani tranne la Danimarca che è al 57,6%, l’Italia è al 12% la Romania allo 0.9%. Il problema della formazione continua è fondamentale nel breve e medio termine perché bisogna dare risposte immediate l’unica soluzione di lungo termine è andare a capire quali sono gli ostacoli veri. Il dato più scioccante che emerge è l’analfabetismo funzionale. Il dato italiano ci dice che nella popolazione dai 25 ai 65 anni il 28 % ha problemi di analfabetismo funzionale, la Francia è al 22%, la Spagna al 28%, la Germania al 18%. Non si può non partire dalla riforma della formazione primaria, per assurdo è la soluzione di lungo termine su cui si deve operare”.
Offre una visione europea sulla difficoltà di incrociare domanda e offerta di lavoro Carlo Scatoli, Esperto Senior DG Occupazione, Affari sociali e Inclusione, Commissione europea: “C’è bisogno di avere maggiore attenzione alle competenze, abbiamo pubblicato i dati dell’euro barometro sulle piccole e medie imprese, i dati ci dicono che il 78% delle imprese ha confermato che ha difficoltà nel reperimento di figure professionali, il 50% lo trova molto difficile, il 25 % piuttosto difficile. Un dato sorprendente che viene dalle piccole imprese ci dice che hanno problemi nel reperimento di carpentieri, operatori di macchine e camionisti. Qui la domanda è cruciale è una mancanza di competenze o non ci sono condizioni di lavoro che le persone sono disponibili ad accettare. E’ un insieme di fattori. La formazione è una delle risposte. Dobbiamo essere bravi ad aiutare le persone ad attivarsi e a capire l’importanza della formazione. Nel 2022 il consiglio europeo ha approvato per questo la raccomandazione sui conti individuali di formazione l’idea di mettere a punto degli schemi in cui al cittadino viene dato un piccolo contributo finanziario che può essere utilizzato per la formazione, in Europa lo realizza solo la Francia con risultati buoni.
Per Giovanni Crisonà, Presidente Skillman bisogna analizzare i percorsi realizzati e armonizzare l’apprendimento: “Quando arrivi all’eccellenza ti accorgi di tutti i sacrifici che hai fatto per arrivarci, l’eccellenza è nel processo, noi cerchiamo di aiutare il sistema educativo per uscire dalla logica dei certificati e puntiamo ad avere una banca europea delle competenze. Su questo c’è un interesse mondiale stiamo lavorando per poter avere una declaratoria per equiparare il loro certificato di competenze a quello europeo. Noi abbiamo un’idea, promuoviamo un luogo di lavoro che diventi luogo di apprendimento, ci vogliono più competenze etiche per costruire il futuro. Senza competenze etiche è difficile. Guardare al futuro attraverso l’apprendimento solo così avremo una società più equa”.