Gli investitori, dopo anni, sono nuovamente costretti a fare i conti con la follia dell’essere umano. La barbarie di Parigi ha riaperto inevitabilmente la ferita dell’undici settembre 2001 e molti di noi, operatori di mercato, unitamente al senso di angoscia che ci ha accompagnato durante quest’ultimo interminabile weekend, abbiamo temuto una reazione disordinata alla riapertura dei mercati finanziari. Probabilmente il crollo delle borse del vecchio continente nella seduta di lunedi’ 16 rientrava tra gli obiettivi dell’assurda strategia del terrore che, oltre a seminare morte e orrore tra gli innocenti, punta a colpire al cuore l’economia reale e l’economia finanziaria degli odiati nemici ‘infedeli’. Invece l’orgoglio europeo e’ sorprendentemente emerso proprio su un campo, quello borsistico, in cui e’ solitamente facile far saltare i nervi agli investitori che spesso si lasciano guidare da comportamenti irrazionali orientati al breve termine; infatti non solo le borse europee, Parigi in testa, non sono crollate, ma la gran parte di esse ha rapidamente annullato le perdite di circa un punto percentuale fatte segnare in apertura, chiudendo la seduta con il segno positivo. I morti di Parigi hanno lasciato un segno indelebile nel nostro animo e la reazione positiva dei mercati finanziari europei nella seduta di lunedi’ scorso ha simbolicamente dato una prima spallata a chi, con un disegno a dir poco delirante, vorrebbe distruggere i valori piu’ elevati della nostra civilta’: la liberta’ e la democrazia.