Le chiamano “morti bianche”, come se non fosse colpa di nessuno

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Invece, i responsabili sono individuabili. Nei primi sette mesi dell’anno 599 padri di famiglia sono deceduti sul posto di lavoro. Tre vittime al giorno. Caduti dai tetti, schiacciati da una pressa, folgorati dalla corrente. Una strage. Mancano le tutele. Le aziende non rispettano le norme più basilari di sicurezza. Si risparmia anche sulla vita. Molti i lavoratori precari, spesso pagati in nero. Più conveniente è risarcire le famiglie delle vittime. Senza contare le spese sostenute dallo stato col sistema sanitario. Si rispetteranno le leggi quando i risarcimenti supereranno le spese di prevenzione.

Quando gli emigranti si montano la testa
Si illudeva di avere gli stessi diritti dei residenti la terrona prepotente e presuntuosa. Ma ha avuto il fatto suo. L’hanno malmenata per bene. Non le bastava avere trovato lavoro in una scuola di Forlì e anche un alloggio. Pretendeva pure il posto auto come tutti gli altri condomini, come se fosse una di loro. Questa gente del sud non ha proprio il senso della misura. Se uno le dà una mano si prende tutto il braccio. Non si accontenta di sopravvivere. Quando la aggrediscono, giustamente, dandole della mafiosa, si rivolge addirittura alla polizia per ottenere ragione. Ma chi si crede di essere?

Così prepariamo la formazione e il futuro dei giovani
Nell’Italia del terzo millennio si commemora chiunque. Da un campione ancora insuperato, che diede lustro allo sport, al ciclismo e al paese come Fausto Coppi, a Moana Pozzi, pornostar. Con lo stesso metro, applaudiamo e votiamo. Non facciamo differenza tra valore e inefficienza, tra merito e fallimento, tra dignità e vergogna. Purché abbiano raggiunto la notorietà o la ricchezza, non importa come conseguite, sono personaggi che meritano un selfie o, se scomparsi, un ricordo. Poi ci scandalizziamo se i nostri figli delinquono, per gioco o per noia, soprattutto per mancanza di valori.

È difficile che un magistrato si renda conto di cadere nel ridicolo
Porta il suo ragazzo a fare un giro sulle moto d’acqua in dotazione alla polizia. Se no, a che serve essere ministro? Però la comprensibile debolezza paterna non costituisce reato. Anzi, è un gesto che incontra la solidarietà di chiunque. Non mancano precedenti celebri. Ci fu chi consentiva al figlio l’uso dell’aereo di stato. Ma bisogna trovare un responsabile. Gli agenti di scorta, tre poveracci che prendono ordini e non hanno alcun potere sono indagati. Per avere consentito l’uso indebito e vietato ai giornalisti di filmare la scena sebbene il luogo fosse pubblico. Invece di occuparsi di criminali.

In Italia si risolvono i disastri premiando i responsabili con lauti indennizzi
Immagino la ramanzina che subisce una cameriera di Atlantia, la società dei Benetton che gestisce le autostrade, se fa inavvertitamente cadere un vaso di fiori mentre rassetta un ufficio. Invece, dopo il crollo del Ponte Morandi e la morte di 43 persone, per andar via il consigliere delegato riceve una buonuscita di 13 milioni, oltre a una mega liquidazione e a un portafoglio di azioni che ne vale altri 7. Il cittadino giudica questo sistema un furto e un’istigazione a delinquere. Come dargli torto se poi ritiene lecito rubare anche lui? Non è con tali esempi che si combatte la corruzione dilagante.

Quella mania di abbagliare il pubblico con notizie e interviste sensazionali
I leader della politica non si toccano. Anzi, per prudenza il giornalista si genuflette. Più facile è infierire sui deboli. La violenza ormai è nel nostro DNA. Da un po’ di tempo va così anche l’informazione. La notizia non basta. È necessario qualcosa di sensazionale. Bisogna catturare il telespettatore che, se no, cambia canale. Travolto dal cinismo e volgarità che agitano la società, anche Porta a porta si è adeguato al maschilismo. La donna scampata al duplice femminicidio è fortunata. Il suo stalker l’ha graziata. Di che si lamenta? E lei, ingenua, credeva che almeno la TV fosse più umana.

Chi c’è dietro quella minuscola ragazza che sta sollevando il mondo?
Qualche sciocco se lo chiede ancora, abituati come siamo a essere manovrati dalla pubblicità, dalle consuetudini, dalla politica. Non siamo più abituati a prendere iniziative senza l’input né il consenso dei ricchi e dei potenti. Cominciò da sola a protestare, un venerdì mattina, davanti al parlamento svedese. Due anni dopo è seguita da milioni di giovani di ogni paese che biasimano gli adulti per non avere rispetto del pianeta. Benvenuti i manipolatori di quella ragazzina se agiscono per il bene della terra e il futuro dei nostri figli. Purtroppo non ce ne sono. Per ora c’è solo la piccola Greta.