Le contraddizioni di Napoli e il silenzio della Chiesa

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1.
Lo spettacolo, ampiamente prevedibile, che sta dando il mondo della politica m’induce a continuare a guardare… altrove. Alla nostra città, alle belle storie di sentimenti, di umanità. La nostra città: le sue contraddizioni forti, violente, dolorose, compensate, non so se in egual misura, dalle sue bellezze, dal suo fascino…scoperto, dalla sua umanità vivace. Ed anche essa contraddittoria: quella che “produce” le “stese”, i delitti più efferati, che convive insieme a quella che “genera” saperi, culture, spettacoli, solidarietà. O all’altra che si entusiasma per il “suo” Napoli e sa comprendere che, a prescindere dalla Juventus e dalle sue “storie” antiche e… noiose per la loro ripetitività (solo italiana, in verità!) tranquillamente veleggia in testa sulle squadre milanesi ed a quelle romane. Un fatto non consueto nel dopo Maradona, che riempie di orgoglio e di soddisfazione, anche fanciullesca: non dimenticherò facilmente il viso di mia nipote Marta allo Juventus Stadium nel momento del goal vittorioso di Koulibaly. Lei, che aveva “sfidato” la tribuna d’onore vestita della maglia azzurra del Napoli! Naturalmente, tutto questo non può far premio sulla disorganizzazione sociale: dai trasporti alla nettezza urbana, al traffico, ai lavori della via Marittima che non finiscono mai, a quelli di Bagnoli che neppure cominciano. E, beato il Sindaco che mette cappello sul successo del turismo, su quelli del Napoli, su quelli della cinematografia. Come se tutto, compreso…il Vesuvio, fosse nato con la sua sindacatura. Così, ora, anche la cittadinanza onoraria al buon Hamsik, dopo quella a Diego Armando, a una trentina di anni dei suoi trionfi napoletani. Tutto fa… brodo. E devo dire: onore al merito, se i Napoletani sono orgogliosi anche di lui. Allora, in attesa che la città metta meglio in mostra i suoi tesori (parlo di quelli musicali: che diventi patrimonio, anche della città, quel tesoro che è la “produzione” del nostro ‘700), godiamoci quello che è sotto i nostri occhi e non importa se troppi uomini, non solo a Napoli, sono di gran lunga al di sotto del necessario. Ce ne sono ben altri che del necessario sono al di sopra e ci danno onore: a Napoli abbondano anche questi. L’augurio: che possano essere… contagiosi per le giovani generazioni.

2.
Il Corriere della Sera del 29 aprile titola una riflessione di Marco Garzonio “Francesco parla ma la Chiesa è silenziosa”. Un titolo di grande efficacia e di stringente veridicità… fotografica. “L’eco di Bergoglio sui media”, riflette Marco Garzoglio, “è inversamente proporzionale alla presa effettiva sulla catena istituzionale e pastorale, sull’ingaggio di Vescovi, Parroci e fedeli. L’effetto è uno scollamento tra Magistero e comportamenti individuali e di indirizzo politico-sociale…”. Nunzio Galatino, Segretario Generale della CEI sul Corriere del 1° di maggio, ribatte le affermazioni di Garzonio e rivendica: “…il silenzio ecclesiale di queste settimane è parola, che riafferma il richiamo a tutte le forze politiche per una effettiva assunzione di responsabilità”. La mia impressione è che Marco Garzonio non si riferisse tanto agli aspetti, ed alle relative conseguenze, politici della assenza dei Cattolici, e della Chiesa, sullo scenario della politica italiana, dopo la lunga stagione del “collateralismo” della Chiesa soprattutto alla Democrazia Cristiana, quanto allo “scollamento fra il Magistero di Papa Francesco ed i comportamenti individuali di indirizzo politico-sociale”. Naturalmente il dibattito è aperto. La speranza è che sia fecondo.

3.
Questa settimana mi piace assegnare il mio particolare… primato a Giulia Sauro, non tanto perché si è laureata in Scienze Politiche… come me, quanto perché è lei la prima ragazza in Italia con sindrome di Down a laurearsi con il massimo dei voti: 110 con lode. Ha discusso all’Università L’Orientale con il Professore Miscilli Migliorini una tesi sul Ministro delle Finanze di Luigi XVI Jacques Necker. Mi ha impressionato, nelle varie sue interviste, la sua determinazione, la sua capacità di non abbattersi, la sua gioia di vivere, di cui al suo motto: “Allegria!” Un modello, un esempio, una emozionante testimonianza di quanto di Bello la vita può rappresentare pur di fronte a difficoltà drammatiche. Anche qui a Napoli: evviva Giulia!