Le donne e la loro cultura materna per rinascere

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di Maria Maimone

Sono fermamente convinta che, per debellare l’attuale crisi economica e sociale, deve finalmente vivere l’audacia creativa delle donne e degli uomini di buona volontà.
E’ ben evidente, difatti, come l’attuale crisi sanitaria ed economica ratifichi la necessità di una nuova forma di economia che veda l’ineludibile partecipazione delle donne, le quali potranno creare nuove fonti economiche, scaturenti dalla loro visione della vita. La nascita di nuove fonti economiche non può che essere l’obiettivo primario per il rilancio dell’economia , destabilizzata dalla pandemia. Il nuovo che si affaccia sulla scena della storia va interpretato ed incanalato nella vita economica degli Stati. Ognuno dovrà offrire il suo apporto creativo nella delineazione di nuovi inevitabili processi economici. Nuovo soggetto economico sono le donne, che devono assumere finalmente il loro “ruolo storico”, mai esercitato, ossia prendere anch’esse in mano le redini della vita economica per darle “un’anima”, una “vision”, che è mancata nel corso dei secoli: si può affermare, senza timore di essere smentite, che è mancato il punto di vista delle donne nel campo dell’economia.
Nelle varie Conferenze Mondiali sulle donne esse sono state esortate ad essere protagoniste della vita economica, per debellare la povertà, calando in essa la propria visione del mondo e della vita, i propri valori insiti nella loro identità femminile. Solo così l’economia, permeata della “cultura materna”, propria delle donne, potrà finalmente porsi al servizio dell’essere umano: è questo il messaggio che il massacro prodotto dal coronavirus lancia alle nostre coscienze. Le donne potranno, attraverso la propria creatività, creare nuove fonti economiche, mai pensate, ma possibili da realizzare. Porranno al servizio dell’umanità il proprio contributo di idee, perché viva “un’economia dal volto umano”, non utopia, ma realtà storica, concreta, reale e, quindi, processo vitale. Troppa povertà viveva nascosta nelle pieghe sociali anche degli Stati più evoluti, svelata dalla pandemia, che dimostra il crollo di un sistema economico fondato sul potere e non sulla solidarietà, che crea benessere per tutti e non sterili gerarchie.
Il processo storico ha dimostrato inesorabilmente che due sono i pilastri su cui dovrà reggersi l’economia: la creatività e la solidarietà da considerarsi come condivisione degli spazi, della partecipazione, del benessere e, pertanto, rispetto delle leggi, ossia della legalità. La vita morale è congiunta inesorabilmente alla vita economica, pena il suo decadimento ed il fallimento inesorabile dei suoi obiettivi e, quindi, creazione di povertà.
L’audacia creativa, il coraggio delle idee, è l’unica leva per risollevarsi dalla grave situazione che ha dimostrato la fragilità dell’attuale sistema socio-economico, permeato dal “pensiero debole”, che non ha saputo creare barriere adeguate all’insorgere di mali terribili come la pandemia attuale.
Né si può negare che il pensiero debole, espressione di pochi, permeato dalla fragile velleità del potere, ha indebolito ogni dimensione della vita umana.
L’audacia creativa, propria della dimensione pensante dell’essere umano e, quindi, espressione della sua intelligenza, che appartiene anche alle donne e non solo all’uomo, sarà la leva attraverso cui far rinascere la prosperità economica ed ogni altra dimensione della vita umana.