Le Pmi campane scoprono il prestito digitale: ora rappresentano il secondo maggior mercato in Italia

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Il mercato italiano del peer to peer lending è in forte crescita e la Campania si posiziona al secondo posto per prestiti erogati alle Pmi. Secondo l’Osservatorio di BorsadelCredito.it (primo operatore italiano di P2P lending per le Pmi), le imprese campane che richiedono prestiti ai privati rappresentano il 21% del portafoglio, seconde solo a quelle della Lombardia.
Il Peer to Peer Lending, letteralmente prestito tra pari, è un sistema che mette in connessione finanziatori privati o professionali con individui o aziende e consente ai primi di prestare somme di denaro ai secondi, ricevendo in cambio la somma prestata maggiorata di un tasso d’interesse. Questo sistema disintermedia i tradizionali operatori: gli interessi pagati da chi riceve denaro giungono direttamente a chi lo presta.
A fine 2018 l’ammontare erogato del P2P lending a livello nazionale era pari a 88,3 milioni, a cui vanno aggiunti i 907,2 milioni all’invoice trading (anticipo fatture). Il sistema degli strumenti di credito FinTech per le imprese italiane vale, quindi, circa un miliardo di euro. L’ammontare medio dei prestiti erogati in Campania è di 101.700 euro, con un minimo di 10.384 e un massimo di 326.335 euro. La durata media dei finanziamenti è di 29 mesi. Quanto alla finalità della richiesta, ha prevalso in maniera netta l’investimento, che ha riguardato 67 richieste finanziate, pari al 57,8% del totale. La parte restante, del 42,2%, dei prestiti richiesti è stata utilizzata per finalità digestione di cassa corrente.
Dal punto di vista settoriale, le imprese più attive nelle richieste di credito sono state quelle operanti nel commercio (il 24,1% del mercato è stato appannaggio di quelle che operano nell’ingrosso e il 31% di imprese che esercitano nella vendita al dettaglio); segue l’industria con una fetta del 16,4% mentre l’edilizia si colloca al 6,9%. Il 19,8% dei prestiti è stato erogato a imprese di settori diversi. L’analisi settoriale evidenzia una incidenza ancora maggiore (rispetto alla media nazionale) del commercio, che anche a livello italiano è il primo richiedente di BorsadelCredito.it con una fetta del 17% (ingrosso) più il 18,2% (dettaglio). In Italia i servizi hanno una fetta del 27,4% del credito erogato e l’industria del 16%.

Se le imprese campane hanno fiducia nel P2P lending e sono il secondo mercato di BorsadelCredito.it, lo strumento non è ancora riuscito a penetrare allo stesso livello il fronte dei prestatori. Questo perché manca ancora la diffusione della conoscenza approfondita di un’asset class alternativa con buoni rendimenti, migliori di altri investimenti simili come Bot o conti deposito. Le donne, in chiara inferiorità numerica, però osano di più e investono mediamente oltre il doppio degli uomini.
Dei prestatori attivi sul marketplace (ovvero coloro che hanno effettuato un versamento di almeno 100€), solo il 2,1% è campano. è. Dunque, nonostante un rendimento medio del 5,04% ottenuto dai prestatori di Napoli e dintorni, l’interesse del P2P lending come forma di investimento ha ancora grossi margini di miglioramento nella Regione.
Ma vediamo in dettaglio chi è l’investitore campano del marketplace: per il 92,3% è uomo (contro l’82,8% della media nazionale) e per circa il 90% ha un’età compresa tra i 30 e i 59 anni. Le donne, che sono appena l’8% del totale, osano però decisamente di più degli uomini: investono in media 35mila contro i circa 16.800 euro degli uomini. Un dato che ricalca quello nazionale ma che è più estremo: la prestatrice femmina di BorsadelCredito.it investe infatti in Italia 23.539 euro contro i 18.949 del prestatore maschio.
La fascia di età più numerosa – aggregando uomini e donne – è quella compresa tra i 50 e i 59 anni, che presidia una quota del 32%, non distante dal 28% detenuto dalle fasce 30-39 e 40-49, ma con un’incidenza maggiore in termini di peso dell’investimento (il 47% degli investimenti provenienti dalla Campania lo fanno i 50-59enni). Il residuo 12% del mercato è in mano a over 60 mentre non si rileva neppure un investitore con meno di 29 anni.
Il 100% degli investitori campani ha optato per il profilo gestito e in media ognuno ha effettuato 3 versamenti. Il taglio medio investito varia decisamente a seconda che si guardi alla sola componente maschile o femminile dell’universo: la seconda investe oltre il doppio della prima in media, 35mila euro contro 16.851. L’ammontare medio aumenta sensibilmente all’aumentare della fascia di età, fino ai 59 anni (4.101 euro per i trentenni; 24.709 euro per i quarantenni e 27.213 euro per i cinquantenni) per poi scendere nuovamente per gli ultrasessantenni che investono in media poco più di 13mila euro. A livello nazionale il percorso è più lineare: si passa dai 5.213 euro degli under 29 ai circa 20.000 euro dei quarantenni, ai 28.134 euro degli over 60.