Le professioni del futuro, per amministrare il condominio nasce il building manager

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in foto Marco Suisola

Sono circa 2 milioni le controversie condominiali registrate ogni anno in Italia. Tra queste, secondo le stime dell’Anapic, quasi 200mila arrivano davanti al Tribunale, intasando ulteriormente un sistema già in affanno. Se poi prendiamo in considerazione i dati delle ultime settimane, con milioni di italiani costretti a stare in casa per l’emergenza Coronavirus, ecco che il fenomeno delle liti tra vicini aumenta in modo esponenziale. Anche per questo motivo occorre una figura in grado di gestire al meglio eventuali criticità, per poter intervenire tempestivamente. “Questo ruolo è affidato generalmente all’amministratore di condominio – spiega Marco Suisola, esperto del settore ed autore del libro ‘il condominio per tutti’, piccolo manuale che aiuta a comprendere gli aspetti legati alla gestione condominiale. – Oggi però questa figura ha bisogno di evolversi, per stare al passo con i tempi, per questo negli ultimi anni si sta diffondendo la figura del building manager, un professionista in grado non solo di amministrare il condominio, ma anche di offrire servizi integrati agli utenti e sviluppare l’economia del condominio stesso”. Suisola, tra i pionieri di questa professione, ormai lanciatissima a livello nazionale, sottolinea come il building manager non sia soltanto una risorsa per la gestione delle strutture condominiali, ma anche uno sbocco professionale in grado di offrire successo e soddisfazione personale, soprattutto per i giovani. “È indubbio che questa nuova figura offrirà la possibilità di nuovi sbocchi lavorativi, soprattutto per le nuove generazioni – afferma – è tuttavia necessario che si preveda un’adeguata formazione, con docenti di alto livello e stage in strutture ben avviate, proprio perché si tratta di una professione complessa, incompatibile con corsi di formazione estemporanei ed approssimativi”. La figura dell’amministratore di condominio, come la conosciamo oggi, è dunque destinata a scomparire, lasciando spazio a professionisti molto più evoluti. “Al building manager non sarà più richiesto di incassare le quote condominiali o di occuparsi di aspetti contabili, scadenze e quant’altro – conclude Suisola. – Questa sarà una parte marginale del lavoro, che invece si concentrerà più sulla gestione degli aspetti tecnici e manutentivi, sull’analisi delle migliori e più moderne soluzioni tecniche e su un’offerta di servizi sempre più specializzata ed evoluta. Anche per questo si capisce che la figura del building manager non si può certo improvvisare, ma deve essere affidata a professionisti, adeguatamente formati”.