Le parole di Sergej Lavrov , ex Ambasciatore della Russia all’Onu, sulle origini ebraiche di Hitler, danno uno spintone all’equilibrio che fino ad adesso Israele ha cercato di mantenere sul filo dell’equidistanza. «Anche Hitler aveva origini ebraiche», ha detto il ministro degli Esteri russo, intervistato durante il programma Zona Bianca su Rete4, domenica 1 Maggio sera. E così – prova ad argomentare il braccio destro di Vladimir Putin – il fatto che Volodymyr Zelensky guidi un’Ucraina con elementi neonazisti non sarebbe una contraddizione’.
Troppo per il governo israeliano che in questi 67 giorni di guerra si è posizionato in mezzo agli schieramenti, anche se il ruolo di mediatore che sembrava poter avere nelle prime settimane dell’invasione è sempre più offuscato. Yair Lapid, il ministro degli Esteri, ha convocato l’ambasciatore russo a Tel Aviv e ha già espresso la rabbia che il diplomatico dovrà riportare al suo capo a Mosca: «E’ un errore storico imperdonabile e oltraggioso – dice Lapid, il cui nonno paterno è stato ucciso nell’Olocausto –. Dire che Hitler era ebreo è come sostenere che gli ebrei si siano ammazzati tra di loro. Falso: i nazisti hanno perseguitato gli ebrei, solo i nazisti erano nazisti, solo i nazisti hanno perpetrato lo sterminio sistematico del popolo ebraico».
La propaganda russa sta rimettendo in circolo le dicerie e le teorie del complotto contro gli ebrei. Sempre Lavrov alla tv italiana ha ripetuto che «i più grandi antisemiti sono ebrei». Colpevolizzare le vittime, cercare di ridurre la Shoah – la settimana scorsa Israele si è fermata per un giorno a commemorare le vittime nei campi di sterminio – a una questione interna. Da Gerusalemme interviene per condannare Lavrov anche Dani D