L’effetto tsunami, ovvero le conseguenze inevitabili che seguiranno le tragedie che si stanno consumando

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L’allarme per la crisi energetica oramai è arrivato nella zona più alta del del campo di variazione, la zona rossa, come ha fatto la situazione che la ha generata. Le notizie che arrivano in forma autentica direttamente dal Cremlino, sono che la prossima mossa che senz’altro lo stesso farà , sarà senz’altro l’ultimo avviso prima dell’utilizzo delle armi atomiche: quali e dove non è dato sapere. Inutile soffermarsi sui sentimenti che tale aspettativa genera, aggiungendo ulteriore angoscia a quella che già occupa le menti degli occidentali. In effetti sta accadendo che l’Armata Rossa è stata quasi messa alle corde dall’esercito ucraino: ancora una volta Davide, in tutta onestà ben collaborato da amici, sta avendo il sopravvento su Golia. Questi, pur sfoggiando fin dall’inizio del conflitto una forza decisamente superiore, si sta trovando a mal partito nel confronto in atto. A tutto quanto detto e scritto a tal riguardo, potrebbe essere aggiunto un particolare non meno importante: l’esercito russo, come del resto l’intera popolazione di quel paese, non sentono loro questa guerra, la maggior parte addirittura è contraria a tale sciagurata iniziativa del Cremlino. Non si può ipotizzare né come, né quando, tale disgrazia troverà fine. Ciò nonostante, si può provare a ipotizzare come si articolerà la via crucis del dopo, il cammino per il ritorno alla normalità. Un pensiero si può azzardare fin d’ora: ben poco resterà di quanto era presente appena tre anni or sono, gli scoppi della pandemia prima e la guerra al confine est dell’Europa poco dopo. Oltre alla perdita straordinaria di vite umane, gli eventi oggetto di questa osservazione stano causando danni enormi all’ economia che possono essere ben riconosciuti dall’impoverimento globale delle popolazioni. In effetti si sta distruggendo ricchezza in termini reali nell’ accezione più ampia della parola, eccezion fatta per la finanza. Va aggiunto che quest’ultima per ipotesi non ne crea di nuova, si limita a trasferirla, non sempre in maniera quanto meno neutra rispetto all’andamento dei mercati. Più semplicemente procura squilibri, soprattutto sociali, essendo non distante dalla pratica del gioco d’ azzardo: i risultati di ciascuna pratica sono connotati da un’ alta alea di imponderabilità, quella che il legislatore definisce pura sorte e il più delle volte non disciplina con benevolenza. Ritornando con l’osservazione in patria, una distorsione delle decisioni imprenditoriali che preoccupa particolarmente è che molte aziende continuano a operare seppure in perdita. É una scommessa anche questo comportamento, in quanto fa conto su un’ inversione drastica dell’andamento della situazione, anche solo per ricostituire il patrimonio consumato. Per essere ancora più espliciti, impiegherà certo tempi lunghi e le azioni dovranno essere assistite con misure cuscinetto. Da chi, se non dalla EU? Si ritorna così al problema principe tra quelli che verranno quando la tempesta si sará calmata: il debito straordinario che la Commissione Europea si troverà a dover giocoforza assumere. Si troverà così anche essa come sono messi paesi quali l’Italia e molti degli altri facenti parte della Casa Comune: il problema finanziario sarà stato solo concentrato a Bruxelles ma la situazione, sulla lunghezza, potrebbe solo peggiorare. Dopo quanto si sta verificando, è molto probabile che anche il prelievo fiscale a carico di ciascun paese membro della EU possa avvenire in crescendo. Si innescherebbe un circolo vizioso più che di difficile soluzione se non si sarà trovata la soluzione che riporti il prezzo del gas a un livello compatibile con la situazione che ciascun paese dovrà affrontare. Con l’augurio che ciò non si verifichi, ogni parte sociale dovrà accettare la logica dell’alternanza dell’andamento economico di ogni paese. Solo così l’ augurio potrà essere che si contunuerà a giocare. E che alla fine non si debba prendere atto che sul flipper maledetto al quale è paragonabile l’attuale contesto, compaia la scritta “game over”. Se il numero delle partite si allunga, il banco finisce col vincere, è un teorema ornai testato a sufficienza. Meglio fermarsi per tempo quindi, e la raccomandazione vale per tutti i paesi e per chi vive e lavora al loro interno.