Legge di Stabilità ottima sul piano qualitativo
Dubbi sulla dimensione quantitativa

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Importanti novità dalla legge di Stabilità 2015: impostazione e contenuti specifici cambiano radicalmente rispetto al passato. A sostenerlo è l’Ufficio studi di Confcommercio in una nota sulla legge di Stabilità. La Importanti novità dalla legge di Stabilità 2015: impostazione e contenuti specifici cambiano radicalmente rispetto al passato. A sostenerlo è l’Ufficio studi di Confcommercio in una nota sulla legge di Stabilità. La valutazione, nel complesso, è positiva, soprattutto sul piano della qualità degli interventi. Tuttavia si devono affiancare forti perplessità sulla dimensione quantitativa. Si può valutare favorevolmente la decisione di espandere il deficit fino alla soglia consentita, peraltro temporaneamente, scelta che appare finalmente coerente con l’idea che se la disciplina di bilancio è un valore è, invece, un errore l’ottusa austerità. In secondo luogo, la ricomposizione delle uscite pubbliche, in favore di provvedimenti pro competitivi e pro crescita, imponendo qualche ulteriore vincolo alla spesa delle amministrazioni centrali e locali, non va vista come una declinazione del teorema dei tagli lineari quanto piuttosto come un giusto stimolo verso una maggiore efficienza della spesa. “Auspichiamo si tratti però dell’ultimo intervento dall’alto in materia di enti locali e di regioni: gli strumenti dei fabbisogni e dei costi standard devono essere utilizzati quanto prima per discriminare correttamente tra enti virtuosi ed enti che spendono con scarsa efficienza e con dubbia efficacia. Sotto il profilo quantitativo, d’altra parte, le risorse messe in movimento, seppure lungo una direzione condivisibile risultano modeste per sostenere la crescita”. Lo stesso Governo ne è consapevole, visto che nella Nota di Aggiornamento al Def (del 30 settembre 2014) si chiarisce che, seppure “Il quadro macroeconomico programmatico include l’impatto sull’economia delle nuove misure che saranno più compiutamente dettagliate all’interno della Legge di stabilità”, “Gli scostamenti tra la previsione programmatica e quella tendenziale, nulli nel 2014, risultano comunque molto limitati anche nel biennio successivo”. In particolare, la visione del Governo indica per il Pil del 2015 una differenza di appena un decimo di punto passando dallo scenario senza i provvedimenti contenuti nella LdS 2015 allo scenario programmatico che, appunto, li contiene (cioè dal +0,5% tendenziale, si passerebbe, nello scenario impattato dai provvedimenti della LdS 2015, a una crescita del Pil dello 0,6%).