Liberi di scegliere la nostra vita. No allo Stato etico e paternalistico

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Libertà individuale, proprietà privata, libera iniziativa, mercato. Forse potrà apparire strano, certamente è raro, ma esiste una formidabile associazione di studenti in Europa che hanno come alfa e omega queste parole e idee, con lo scopo non solo di studiarle ma anche di spiegarle e diffonderle. European Students For Liberty è la “gamba” europea di Students For Liberty, una associazione di studenti nata nel 2008 negli Stati Uniti d’America, di ispirazione liberale e libertaria, il cui scopo statutario è creare un forum, gestito da studenti, di sostegno a studenti e organizzazioni studentesche impegnate per la libertà nel mondo.

Tutti gli Students For Liberty hanno come missione quella di migliorare la conoscenza dei loro coetanei – e non – rispetto ai vantaggi della libertà e dell’opportuno impegno nella società civile con l’organizzazione di incontri, realizzazione di siti web, pubblicazioni (es. “Peace, Love, & Liberty”), seminari ed ogni forma di comunicazione e condivisione di idee e progetti anche didattici e di formazione liberale.

Allo scopo di coinvolgere le generazioni più giovani in un confronto che possa avvicinarle agli ideali di una società più libera, anche in Italia è nata la rete di Students For Liberty, creando un movimento unificato di studenti italiani, fuori da ogni schema partitico, sensibili al tema della libertà individuale.

In queste settimane, tutti i ragazzi del network Students For liberty, sono impegnati alla diffusione dei loro studi e riflessioni sulle esternalità negative prodotte dalle eccessive regolamentazioni e dalla demagogia salutista. Il tema è quello noto del proibizionismo ed il proibizionismo si rivela essere un approccio filosofico poco efficace, perché ignora la natura dell’essere umano, concorrendo pesantemente a produrre effetti dannosi, in particolare quando detta le scelte di politica dei governi.

Scriveva il poeta inglese William Blake: “In ogni voce e proibizione avverto le manette forgiate dalla mente.”

Luca Bertoletti in Italia e Yaël Ossowski in tutta Europa, sono due dei rappresentanti di Students For Liberty impegnati a portare avanti battaglie ideali, promuovendo incontri tra giovani e favorendo la diffusione di studi e ricerche utili ad innalzare il livello del dibattito pubblico sui temi delle libertà individuali. 

Perché il proibizionismo non è una filosofia giusta che produce effetti sbagliati?

Il proibizionismo non è mai stata una filosofia giusta: è semplicemente una filosofia sbagliata.
Non è proibendo che si istruiscono le persone ad uno stile di vita sano, ma anzi, storicamente si è dimostrato che il proibizionismo aumenta le persone che fanno uso di ciò che è proibito.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità si accinge ad organizzare a New Delhi, la prossima Cop7, la Conferenza delle Parti. Dopo la campagna contro le carni rosse, adesso l’organizzazione delle Nazioni Unite dedica la sua attenzione al tema del fumo. Quali sono i due principali errori in cui sta incorrendo?

Alcune restrizioni imposte dalle istituzioni, come appunto l’OMS, porteranno a veri e propri paradossi nel mondo produttivo: è il caso del tabacco. Se l’OMS approvasse il documento finale al COP7 che prevede modifiche sensibili nella produzione del tabacco come i limiti minimi di nicotina nella foglia del tabacco, con l’obiettivo dichiarato di ridurre la dipendenza dal prodotto da un punto di vista agronomico tecnicamente irrealizzabile se non tramite l’utilizzo di tabacco OGM, circa i 3/4 delle aziende dovrebbero chiudere per potersi riqualificare. Al di là dei controlli più o meno diffusi sulle tecniche di coltivazione di prodotti OGM, il problema diventa ancora più controverso se si pensa che in molti stati gli OGM sono vietati per legge.

Il secondo grandi errori che l’OMS sta facendo è trattare le sigarette elettroniche come se fossero prodotti contenenti tabacco. Le sigarette elettroniche non contengono tabacco! Quella al COP7 è solo una crociata contro tutto ciò che può avere a che fare in qualche modo con l’industria del tabacco. Non hanno nemmeno garantito l’accesso all’Interpol! Per questo Students For Liberty l’8 di Novembre ha dato all’OMS il premio di “organizzazione più trasparente della galassia”

Molte posizioni dell’OMS continuano a fondarsi su basi spesso ideologiche e sempre meno sui risultati delle principali ricerche scientifiche. Tali posizioni, amplificate dai media e dai social media, influenzano le abitudini alimentari dei consumatori i quali sono portati a compiere scelte sempre più emotive e meno razionali. Voi avete svolto studi e ricerche, sia per analizzare questi impatti sulle abitudini e scelte delle persone che per valutare gli impatti economici, in termini di posti di lavoro a rischio: quali sono le evidenze finali?

L’intera filiera vale in Italia oltre 18,4 miliardi di euro (di cui quasi 14 miliardi a titolo di gettito fiscale) e coinvolge in totale circa 204.000 addetti, di cui circa 60.000 occupati nella tabacchicoltura. L’OMS potrebbe far perdere il lavoro a circa 45.000 lavoratori italiani del settore della tabacchicoltura in modo provvisorio o definitivo. Il resto è cosa nota, come non ricordare il crollo dei consumi della carne rossa dopo la “trovata” dell’OMS? L’OMS dovrebbe aiutare le persone e tutelare allarmarmi non diventare un’altra organizzazione paternalistica e senza senso.

Il problema è che l’OMS sta diventando una società paternalistica e sempre più burocratica e chiusa; all’FCTC COP7, né le industrie del tabacco né gli agricoltori né l’Interpol sono stati ammessi a partecipare, nemmeno come “osservatori”. Nell’ambito delle Nazioni Unite, questo rappresenta una vera e propria anomalia: altre Conferenze delle Parti, come ad esempio quella sui «cambiamenti climatici», sono gestite in maniera molto trasparente e collegiale. Basti pensare che all’ultima erano presenti quasi 2000 ONG ambientaliste e di rappresentanza d’interessi; al COP6 FCTC di Mosca, solo 26 ONG, senz’alcuna rappresentanza degli operatori economici. Durante il primo giorno dei lavori fu estromessa perfino la stampa. L’approccio di chiusura e di scarsa trasparenza dell’OMS è in piena contraddizione coi principî di Better Regulation accettati dalle Nazioni Unite. Un altro punto che fa capire quanto quella dell’OMS sia una battaglia più ideologica che altro è l’articolo 5.3 dell’FCTC («In setting and implementing their public health policies with respect to tobacco control, Parties shall act to protect these policies from commercial and other vested interests of the tobacco industry in accordance with national law»). Sebbene quest’articolo non preveda l’esclusione dell’industria del tabacco, l’OMS lo usa per privare l’industria tabacchifera del diritto d’esprimere il proprio legittimo punto di vista.

I nostri attivisti hanno protestato davanti alla sede del COP7 e abbiamo dato un premio simbolico all’OMS per essere l’organizzazione meno trasparente della galassia.

Stanno usando i nostri soldi e nessuno sa di cosa stanno parlando. Siamo stati esclusi, cosi come sono stati esclusi i media, dalla conferenza e ancora peggio, sono stati allontanati anche il pubblico ed è stato reso illegale l’assembramento di persone davanti alla sede del COP7.

C’è un pericolo in ogni aspetto della vita. Dopo le sigarette che cosa ci sarà? Immaginate se l’OMS obbligasse ad apporre frasi come quelle sui pacchetti delle sigarette su ogni oggetto che è commerciato. Vi piace questa prospettiva? Andate in Corea del Nord, che attua il Plain Packaging dal 1948. E ricordiamoci che quando lo Stato decide che cos’è più salutare, spesso si sbaglia, e crea un precedente che ha potenzialità negative illimitate. No allo Stato etico e paternalistico. Liberi di scegliere la nostra vita. #NoNannyState è la campagna in corso degli Studenti per la Libertà.

@antonluca_cuoco