Libia: racconto choc pescatore ‘volevano che accusassi il comandante di traffico droga’/Adnkronos (3)

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(Trapani) – Hanno, quindi, iniziato a guardare il cellulare di Lysse. “Guardavano tutte le mie foto private e mi chiedevano chi fossero quelle persone – racconta il giovane marittimo – c’erano i messaggi con la mia ragazza, ad esempio, o con i miei amici e loro volevano sapere chi fossero quelle persone”. “Quando dopo ore non ho voluto accusare il mio comandante sono passati alle minacce – racconta ancora Lysse – mi hanno detto: ‘Sta venendo una squadra a torturarti. Tu sei un bugiardo e un pezzo di merda’. Poi mi hanno fatto uscire fuori con la faccia al muro. Mio padre non era con me. Appena mi giravo mi gridavano contro con violenza: ‘Devi stare con la faccia al muro’. Mi davano dei colpi sul braccio e continuavano a minacciarmi che avrei avuto l’ergastolo insieme con mio padre”.