L’importanza della vicinanza

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In questo periodo di social distance molti si sono dimenticati gli effetti che un distanziamento prolungato dai propri cari può recare alle persone. Già dalla nascita il bambino sente il bisogno di un attaccamento poiché nel corso del periodo neonatale e dell’infanzia il tatto è uno dei canali più importanti di comunicazione.
Infatti, i bimbi manifestano un bisogno innato di contatto corporeo per ragioni fisiologiche (allattamento) e psicologiche (rassicurazione). La necessità di stare gli uni con gli altri è espressa nel sistema aptico che definisce l’insieme di azioni di contatto corporeo con una o più persone, e ciò vale anche per i primati non umani.
Questi ultimi trascorrono molto tempo nell’attività di ‘’grooming’’ che comporta un prolungato contatto fisico e che mantiene relazioni di affiliazione, dominanza e sottomissione. La tecnica consiste in un’azione prolungata di pulizia e toelettatura reciproca del pelo. Si stabiliscono rapporti più forti di affiliazione e soprattutto può essere indipendente da un’effettiva consanguineità.
La voglia di stare con gli altri non è un capriccio bensì un’esigenza che parte dalle prime settimane di vita. Questi concetti possono gettare luce su come possa essere stato duro vivere il lockdown per chi non ha potuto vedere parenti, amici, colleghi ecc. Uno degli effetti dell’isolamento può essere lo stress, in qualche caso seguito da un disturbo tra i più difficili da fronteggiare: la depressione.
A compensare la mancanza di contatto fisico c’è il fatto che noi viviamo in un’epoca dominata dalle nuove tecnologie di comunicazione. Il che ci permette di restare in contatto con gli altri anche a distanza. Ci sono stati molti studi sugli effetti della comunicazione mediata dal computer. Ricordiamo la reduced social cues theory e il social identity de-individuation model.
Nel primo caso si crede che la tecnologia non consente agli attori interagenti di identificare con precisione gli aspetti relazionali e sociali, nel secondo si pensa che i soggetti impegnati nelle interazioni di breve e lungo periodo sono comunque in grado di sviluppare relazioni interpersonali.
In conclusione, mentre ci sono dubbi sull’efficacia della comunicazione mediata dai social, il contatto umano, l’affiliazione e la conversazione in presenza possono sicuramente portare a un benessere fisico e personale.