L’interpretazione è l’antidoto alla noia del turista

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in foto il Lapis Museum della Pietrasanta

Al Lapis Museum della Pietrasanta c’è la mostra “Convivia”. Ricostruire attraverso le testimonianze archeologiche le origini della nostra dieta mediterranea. Intento notevole, non da tutti. Applausi. Nel caso ci fossero dubbi. Il direttore del Mann sottolinea il prestito di reperti con il quale il Museo Archeologico ha voluto contribuire alla qualità della mostra.
 Ulteriore accredito allo sforzo espositivo: in mostra l’olio più antico del mondo, scoperto nei depositi del Mann dal divulgatore Rai Alberto Angela. Il pubblico si ritenga sollecitato. Si annunciano interventi multimediali e speciali sonorità per accompagnare la visita. Eccellente iniziativa. Quattro temi, a partire dall’agricoltura, e una voce che legge passi dai trattati dell’antico romano scrittore Columella, descrivendo alcune tecniche agricole e di allevamento, la cultura del cibo, quella del vino e del banchetto. Karl Marx, che di intenzioni e propositi ne aveva talmente tanti da scriverci il suo sempiterno intero tomo, ricordava che proprio le buone intenzioni costituiscono la pavimentazione della strada per l’inferno. Parafrasando, si potrebbe sostituire l’inferno con una molto più terrena noia. Proprio quella che il gran pessimista della poesia italiana, Giacomo Leopardi, definiva come l’assenza di piacere e dispiacere, il vuoto, lo stato d’indifferenza senza passione. Preziosi i reperti, interessante la ricerca. L’emozione però latita. A nulla serve qualche immagine in video o qualche lettura. Il pubblico passeggia, lancia uno sguardo e va. Fuori brulica un mondo di pizzetterie, friggitorie e pazienza per l’antico olio. Quello delle golose fritturine è senz’alto meno nobile, ma almeno il gusto trova le sue validissime ragioni. Le tecniche dell’interpretazione spesso sono ignorate con lo sbrigativo ricorso a ciò che si ritiene essere lo story telling. In realtà anche quella che sembra una storiella animata, se non strutturata, non coinvolge il pubblico e ogni visita non riscuote il successo che tanti apprezzabili tentativi d’esposizione meriterebbero. Via libera allora ad uno degli slogan più stampati sulle magliette dei teen agers: keep calm. Bocce ferme e, ancora una volta, ricordiamo che lo story telling non è la narrazione o la messa in scene dell’aneddotica sul luogo o sull’oggetto. La storia che si deve narrare è il racconto dell’essenza che dall’oggetto o dal luogo trapela. All’essenza si arriva anche attraverso l’aneddoto: essa è il centro intorno al quale le tecniche di realizzazione hanno trovato un filo conduttore e suscitano emozioni. Indovinala grillo, si parla d’interpretazione. Se lo scopo della mostra è raccontare l’origine della dieta mediterranea attraverso l’esposizione dei materiali provenienti dai depositi del Mann, non può bastare di certo mostrare mucchietti di preziosissimi semi, ormai carbonizzati, diligentemente sistemati in appositi contenitori trasparenti.  Le immagini virtuali realizzate per la mostra, sono sicuramente uno sforzo notevole, ma il turista non le osserva che qualche secondo, guarda il video della vigna di coda di volpe e poi va berne un buon bicchiere altrove. Volendo rappresentare il cibo, il gusto e la convivialità si sarebbe potuto spingere un po’ più il piede sull’acceleratore e mostrare, accanto ai semi antichi, quelli di antica origine ma decisamente attuali. Mostrare, attraverso lo story telling virtuale, un antica lavorazione a confronto con la moderna. La tecnologia consente anche la proiezione 3d del seme antico con il suo embrione, il tessuto nutritivo e i tegumenti e il confronto con la composizione, sempre in proiezione 3d, di quelli attuali, frutto del recupero di quelli antichi tanto in voga oggi. La rappresentazione multimediale non è solo qualche immagine vista dallo schermo più o meno piatto di un computer, o in trasparenza su una qualsiasi superficie. Le tecniche multimediali possono consentire la visione della trasformazione di un oggetto in tutti i passaggi della sua creazione. Il sapiente uso di proiettori permette di realizzare grandi scenari immersivi. Dal piccolo tocco di contemporaneità alla grande esperienza. Un pizzico di time lapse e il visitatore può sperimentare l’emozione che fa trattenere il respiro. La tecnologia può. L’importante è sempre seguire una linea guida per le emozioni, ed essa può essere tracciata solo dall’interpretazione. Altrimenti, dopo qualche secondo d’osservazione, l’indifferenza e la noia diventano protagonisti.