L’Italia vulnerabile: taglio alle misure di contrasto alla povertà, precariato, aumenti e insicurezze economiche

Foto di Andrew Khoroshavin da Pixabay

La soppressione per migliaia di famiglia del reddito di cittadinanza, nuove forme di povertà si intravedono all’orizzonte, precariato, aumenti e insicurezze economiche, psico-fisiche e sociale. Poi si aggiunge il caro energia e l’inflazione. L’Italia anziché superare le barriere e creare opportunità per la giustizia sociale, le crea a vista d’occhio. E’ un fine estate che consegna un’Italia fragile, insicura e vulnerabile, affidando un autunno difficile a chi opera nel settore sociale: un quadro generale di recessione e insicurezza. La crisi economico-sociale generata dal taglio a migliaia di famiglia del reddito di cittadinanza è solo uno dei fattori che porta all’aumento delle disuguaglianze e dell’indigenza. Sono più di 5 milioni i poveri registrati. Oltre 1.9 milioni le famiglie colpite. Si conferma così il massimo storico toccato nel 2020 a inizio pandemia. Si tratta di individui impossibilitati ad acquistare un paniere di beni e servizi essenziali per uno standard di vita accettabile. Di questi, il 44% risiede nel Sud e nelle isole. L’approssimarsi di settembre non aiuta, l’inizio delle scuole comporterà ulteriori costi per le famiglie, creerà un enorme divario, escludendo molti minori dal sistema scolastico o li costringerà all’emarginazione sociale. E’ un’Italia che arranca, che miope delle conseguenze ha cancellato con un colpo di spugna il reddito di cittadinanza, senza pensare alle ripercussioni anche psico – fisiche, difatti, è noto che la perdita del reddito e del lavoro rientri, negli adulti, tra le cause di disturbi mentali e di suicidio. Cancellando una misura di sicurezza sociale, come il reddito di cittadinanza, per una quota rilevante di popolazione si andrà incontro a un incremento di cattiva salute, con conseguenze sull’esclusione sociale. Reduci ancora dagli effetti della pandemia, l’aumento dei prezzi, la crisi climatica con ripercussioni in zone colpite dagli eventi meteorologici, si espone una parte della popolazione a conseguenze gravi sulla salute mentale. Un effetto questo che dopo gli adulti colpirà anche i minori in una spirale di povertà, esclusione e disagio mentale che ridurrà ulteriormente le possibilità di accesso all’istruzione e alle opportunità presenti e future. Il disagio di uno diventerà il disagio di un’intera società. Il disagio mentale si ripercuoterà sul sistema sanitario nazionale già fortemente gravato dai tagli al personale e alle risorse economiche. Sanità pubblica già di per sé non molto incoraggiante. Infatti, non si arrestano i problemi che hanno travolto la sanità pubblica. Secondo il Censis nel il finanziamento del SSN scenderà al % del Pil, scenderà anche il numero dei medici rispetto agli abitanti. A questi dati si lega non solo la riduzione dei servizi e l’aumento delle liste d’attesa, ma anche il brusco virare del sistema verso la sanità privata fonte di preoccupazione per gran parte del paese che già riscontra difficoltà nelle spese sanitarie. L’occupazione sembra un miraggio, il precariato è ancora realtà, nel frattempo il Governo ha pensato al SIISL, una piattaforma per chi ha perso il reddito di cittadinanza, con l’obiettivo di trovare un’occupazione, contemporaneamente sarà erogato un bonus di 350 euro. Ogni beneficiario di Assegno di inclusione e Supporto per la formazione e il lavoro, una volta registrato, verrà convocato dal centro per l’impiego per la firma del patto di servizio personalizzato. Ma sulla piattaforma intanto troverà tutte le informazioni utili sulle offerte di lavoro, i corsi di formazione e i tirocini. E potrà anche controllare lo stato dell’erogazione del beneficio economico e le singole attività previste dal patto sottoscritto con il centro per l’impiego. Nel Paese comunque si è ridotta l’occupazione standard (a tempo pieno e durata indeterminata) con la progressiva diffusione di modalità ibride di lavoro che riflette in un peggioramento della qualità complessiva dell’occupazione. Il combinarsi di bassa retribuzione oraria e di contratti di lavoro di breve durata e intensità si è tradotto in livelli retributivi annuali decisamente ridotti, determinando anche condizioni di forte disagio economico a livello familiare. Tra le categorie più vulnerabili troviamo: donne, giovani, residenti nel Mezzogiorno e stranieri insieme a persone con disabilità e loro familiari. La crisi economica lascia anche il posto ad una crisi sociale, che spaventa gli italiani che si ritrovano senza obiettivi. Si va avanti arrancando, per inerzia, col timore del futuro. C’è grande insicurezza per quanto riguarda il tenore di vita e la possibilità di affrontare le spese quotidiane. A causa dell’inflazione la paura di impoverirsi è sempre più forte, o che la morte prematura dell’unico percettore di reddito porti al tracollo economico di tutta la famiglia (50,5%) il 47,6% teme di perdere il lavoro e quindi di andare incontro a difficoltà finanziarie. Tra divario e insicurezza generale, non arrivano le risposte.