L’organizzazione del lavoro dopo il Covid 19, i rischi e le opportunità: meeting online di UniParthenope

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“Come cambierà il lavoro nel post Covid: prospettive ed implicazioni organizzative e gestionali”: un tema quanto mai attuale quello al centro del meeting online svoltosi venerdì 5 giugno (nell’ambito delle attività per il  centenario dalla fondazione dell’Università Parthenope di Napoli) per iniziativa di Nicola Ruocco, manager ed esperto in strategia aziendale, e dei professori Fabio Serini, associato di Economia aziendale, e Filomena Buonocore, ordinario di Organizzazione Aziendale. Numerosi i relatori intervenuti nel dibattito dopo i saluti del pro rettore dell’ateneo, Francesco Calza, e di Riccardo Marselli, direttore del dipartimento di Economia Aziendale; e dopo la relazione di Filomena Buonocore sulle nuove dinamiche organizzative aziendali innescate dall’emergenza coronavirus. A cominciare da Vito Grassi, presidente di Confindustria Campania, seguito da Antonio Barreca,  direttore generale di Federturismo; Costanzo Iaccarino, numero uno di Federalberghi Campania; Sergio Gargiulo, presidente di Federalberghi Capri. E’ stata poi la volta di imprenditori come: Gabriele Aprea, presidente di Chantecler; Giuseppe Ussorio, amministratore di Ugi, Claudia Messori e Anthony Cerchiai, manager di due note aziende internazionali di brokering finanziario-assicurativo; e di esponenti di primo piano del mondo bancario come Amedeo Manzo, presidente della Bcc di Napoli, o di giuslavoristi come Mauro Marrucci. Due i giornalisti ospiti: Alfonso Ruffo, direttore del Denaro, e Raffaella Cesaroni (Sky Tg 24).Dal dibattito è emersa la consapevolezza che la pandemia ha impresso un’accelerazione formidabile ai processi di cambiamento in corso nella struttura sociale ed economica. Rorganizzare il lavoro e gran parte dei processi aziendali, secondo tutti gli intervenuti, sarà una esigenza imprescindibile, così come “riperimetrare alcuni aspetti organizzativi legati ai comportamenti e alle dinamiche psicologiche e motivazionali dei dipendenti”. Inoltre: cambierà certamente anche l’approccio che le aziende avranno verso l’esterno. “Sia nei confronti della clientela che verso i fornitori si cercherà, ad esempio, di privilegiare rapporti già consolidati e testati nel passato, mostrando  una condotta più prudente e meno orientata al rischio. E questo finirà per favorire dinamiche cicliche di collaborazione, e non impedirà di valutarne probabilmente di nuove. Lo stesso rapporto azienda/cliente assumerà una connotazione diversa e favorirà la ricostruzione di una partnership più profonda, equilibrata, coerente. Tutti gli attori aziendali saranno chiamati a garantire grande attenzione, in taluni casi rimettendosi in gioco e riformulando le proprie scelte e adottando nuove strategie”. Lo sforzo di tutti è stato, naturalmente, di cogliere gli elementi progressivi di questa fase.  E’ stato notato ad esempio che assisteremo a  un periodo di grande creatività: che vedrà la nascita di nuovi strumenti, professionali e personali, per produrre e governare il cambiamento imposto dalla crisi, e questo sarà sicuramente un terreno fertile per tutti, organizzazioni e individui, dal quale ripartire. Nel complesso, afferma Ruocco nel tirare le conclusioni dell’incontro, “dobbiamo cercare di porre sul piatto della bilancia  da un lato la limitazione dei rischi, dall’altro il desiderio rabbioso  di esprimere tutta la nostra creatività, che ci ha sempre socialmente, storiograficamente ed anche economicamente contraddistinto”.

in foto Raffaella Cesaroni