Luca Giordano, on line la mostra di Capodimonte con opere illustrate da Stefano Causa e Patrizia Piscitello

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di Maria Carla Tartarone Realfonzo

Il Museo di Capodimonte espone on line la mostra “Luca Giordano dalla Natura alla Pittura”, dedicata allo storico dell’Arte Ferdinando Bologna, a cura di Stefano Causa e Patrizia Piscitello. Le stesse opere sono state in mostra al Petit Palais di Parigi dal 14 novembre 2019 al 23 febbraio 2020. Eccezionalmente, tra le tante opere in mostra, ci viene spiegata on line da Stefano Causa un‘opera di Luca Giordano, una “Sacra Famiglia con l’infante San Giovanni Battista”, del 1655, proveniente dal Museo del Prado di Madrid. Lo storico dell’arte ci fa notare i particolari dell’opera, che per quanto sembri, in alcuni aspetti, somigliare alle opere di alcuni maestri del Seicento, e a Michelangelo, nelle sue ispirazioni, rivela di Luca Giordano, dopo i suoi studi, la sua originalità artistica e la sua sensibilità, mostrandoci un artista eccezionale: fu il massimo maestro secentesco che in Europa potrebbe paragonarsi solo a Rubens, che egli stimava molto. Nato a Napoli nel 1634, presto cominciò a dipingere nelle chiese napoletane: si conservano sue opere nella Parrocchia della S.S. Ascensione a Chiaia, a San Gregorio Armeno, Nella Chiesa di Santa Brigida, ai Gerolamini, a Donna Regina e soprattutto nella Certosa di San Martino. Dal Pio Monte della Misericordia Causa ci fa vedere “Il seppellimento di Gesù Cristo” del 1671. Presto il pittore cominciò a viaggiare, fu a Padova, a Firenze, in Europa e rimase a lungo in Spagna, chiamato dal Re Carlo II alla corte di Madrid. Per la sua veloce operosità fu appellato “Luca fapresto” e realizzò ben tremila opere. Osservando le opere che ci illustra lo storico Stefano Causa ci accorgiamo dei particolari delle muscolature, della trasparenza e la ricerca del colore, comprendendo meglio la grandezza dell’artista.
Negli esterni del Museo di Capodimonte anche i giardini ci vengono mostrati dagli esperti mentre vi lavorano assiduamente, introdotti dal Direttore del Museo Sylvain Bellenger che per quanto riguarda i giardini al di fuori della Reggia, lungo l’antica scalinata che vi arriva progettata dall’architetto A. Niccolini e costruita dal 1832 al 1836, ci presenta gli specialisti Luigi Felaco e Ivo Poggiani che accompagnano i giardinieri e ci spiegano le loro scelte ed i problemi del verde. Infine il Direttore si raccomanda agli abitanti perché considerino anche i giardini opera d’arte e ne abbiano accurata attenzione. Noi vediamo, sempre on line, l’attenta operazione condotta dai rappresentanti campani degli operatori, ricordando le lunghe passeggiate descritte anche da Giuseppe Marotta nel suo “Gli alunni del sole”, fino al “tondo di Capodimonte”. Possiamo rimanere soddisfatti di questa visita e di come i nostri luoghi siano posti allo stesso livello delle nostre opere d’Arte.