Lula ancora asserragliato

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Sao Paulo, 7 apr. (AdnKronos/Dpa) – L’ex presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva resta asserragliato nella sede del sindacato dei metallurgici a Sao Bernardo de Campo, alla periferia di San Paolo, dove ha iniziato la sua carriera politica come giovane leader sindacale negli anni Settanta. L’ex presidente si era rifugiato nella sede sindacale nella notte di giovedì dopo che si era diffusa la notizia dell’ordine di arresto voluto dal giudice Sergio Moro.

Secondo l’agencia Brasil Lula potrebbe consegnarsi oggi, stando al contenuto dei lunghi negoziati tra i suoi legali e la polizia, al termine delle commemorazioni a San Paolo in memoria della moglie Marisa Leticia, scomparsa lo scorso anno, e che oggi avrebbe compiuto 68 anni. Moro, il principale magistrato della megacausa ‘Lava Jato’ per corruzione politica, aveva dato tempo a Lula fino alle 17 di ieri per consegnarsi nella città di Curitiba.

Il caso ha scosso il paese, dove si sono svolte manifestazioni di protesta in oltre 50 città: una folla di decine di migliaia sostenitori dell’ex presidente, dato per favorito alle presidenziali di ottobre, si è riunita sotto la sede del sindacato.

Il sistema giudiziario e la polizia brasiliani non considerano Lula un fuggiasco, hanno intanto chiarito rappresentanti dei due settori citati da Agencia Brasil. “Essere fuggiaschi è una condizione specifica. Deve esserci la componente della fuga, il rifiuto di presentarsi in tribunale”, ha sottolineato Antonio Boudens, presidente della Federazione nazionale delle forze della polizia federale. Il presidente del Partito dei Lavoratori, Gleisi Hoffmann, ha fanno notare dal canto suo come Lula non abbia disobbedito ad un ordine di Moro, perché la scadenza fissata per la resa non era obbligatoria: “Aveva la possibilità, offertagli dal giudice, di andare a Curitiba. Non se ne è servito”, ha dichiarato Hoffmann, secondo quanto riportato da ‘O Globo’. Tra i vari tentativi messi in atto dai legali dell’ex presidente c’è intanto anche quello di un ricorso presentato alla Commissione dei Diritti Umani dell’Onu a Ginevra perché chieda al governo di impedire il suo arresto.