L’Europa e’ in prima fila nella missione Dart, gestita dalla Nasa e che nella notte fra il 26 e il 27 settembre dovrebbe entrare in collisione con l’asteroide Dimorphos, dal diametro di 160 che ruota intorno a un asteroide piu’ grande, Didymos. L’obiettivo e’ deviarne l’orbita in modo significativo in quello che si annuncia come il primo test di difesa planetaria, nell’eventualita’ che in futuro un asteroide minacci un impatto sulla Terra. “Ci vorra’ del tempo per analizzare tutte le conseguenze dell’impatto”, ha detto Ian Carnelli, dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), nella conferenza stampa online organizzata oggi dall’Esa. “Impossibile fare previsioni in questo momento perche’ i fattori in gioco sono molti”, ha aggiunto. Il compito di controllare l’effetto della collisione cosmica e’ affidato alla missione europea Hera, della quale Carnelli e’ il responsabile e il cui veicolo si trova adesso in Italia, dove e’ in fase di integrazione. Hera, il cui lancio e’ previsto nel 2024, dovra’ infatti esaminare e misurare il cratere lasciato dall’impatto di Dart e raccogliere dati su composizione e massa dell’asteroide. Con l’Europa, e’ in prima fila anche l’Italia con LiciaCube, il piccolo satellite dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) che dopo avere viaggiato quasi dieci mesi con Dart si e’ recentemente separato dalla sonda per prepararsi al suo compito di fotoreporter cosmico: “sara’ il testimone dell’impatto in tempo reale e raccogliera’ i primi dati”, ha detto nella conferenza stampa Simone Pirrotta, dell’Asi, responsabile del Progetto LiciaCube. “Adesso il satellite ha un’attivita’ autonoma ed e’ operativo”, pronto a catturare sia le immagini dell’avvicinamento della sonda Dart, prima dell’impatto, quelle della superficie dell’asteroide e quelle dell’impatto, con pennacchio di polveri e materiali che si sollevera’ per la collisione. Sia Dart (Double Asteroid Redirection Test) sia LiciaCube e Hera fanno parte della collaborazione internazionale Aida (Asteroid Impact and Deflection Assessment), nella quale confluiranno i dati raccolti nelle tre missioni.