L’uso della tecnologia: “The Social Dilemma” di questa generazione

9

di Rosina Musella

Condiviso sulla piattaforma Netflix Italia lo scorso 9 settembre il docufilm “The Social Dilemma” che, nell’intreccio tra documentario e ricostruzione romanzata, affronta una delle tematiche più scottanti degli ultimi anni: l’uso e conseguente abuso dei social network e degli strumenti digitali nella società attuale.

Il racconto inventato segue le vicende di Ben, giovane adolescente dipendente dai social, e di una rappresentazione “umana” dei processi informatici e degli algoritmi che governano i siti su cui si naviga online. La sezione documentaristica riporta, parallelamente, le testimonianze di ex collaboratori e collaboratrici di grandi aziende come Youtube, Google e Facebook.

Le affermazioni degli intervistati vengono seguite da sezioni filmiche in cui Ben è “vittima” dei meccanismi in precedenza esposti dagli esperti: è esemplare la scena in cui, a seguito di una scommessa che lo porta a non utilizzare il cellulare per molte ore consecutive, il ragazzo sia stimolato da una notifica auto-generata da una delle applicazioni, atta proprio ad invogliare lo “smartphone user” a riprendere l’utilizzo del cellulare.
“The Social Dilemma” propone, quindi, una riflessione sul rapporto attuale con i social network, nel caso specifico analizza la loro influenza sugli adolescenti e la loro salute mentale. Al termine del docufilm, infatti, lo spettatore è invitato a visitare il sito TheSocialDilemma.com che, nella sezione “Take action”, riporta consigli su come affrontare e parlare della situazione.
Già gli esperti nel docufilm lanciano degli input da mettere in pratica nella vita di tutti i giorni per provare a distaccarsi dai meccanismi alienanti cui porta l’uso sconsiderato della tecnologia: disinstallare le applicazioni non utilizzate, eliminare le notifiche a comparsa, scegliere autonomamente senza seguire i contenuti suggeriti, ricercare le fonti attendibili prima di condividere una notizia.

Il docufilm è online da pochi giorni eppure ha già fatto molto parlare di sé, darà il via ad una rivoluzione anti-social?