M5S a Zanda: “Querelaci tutti”

26

Roma, 22 giu. (AdnKronos) – “Leggiamo che il senatore perché avrebbe deformato il senso della sua proposta sugli stipendi dei parlamentari. Non si comprende perché Zanda non porti in giudizio anche tutti i quotidiani che hanno dato la notizia, tutti gli italiani che lo hanno affermato e tutti i politici dello stesso Pd che hanno preso le distanze pubblicamente da Zanda e da quella proposta”. Così i Cinque Stelle in un lungo post sul blog delle Stelle dal titolo ‘Zanda querelaci tutti’.

“Se il senatore Pd era tanto convinto delle proprie ragioni come mai ha deciso di ritirare la legge? Se qualcuno crede nelle ragioni dell’iniziativa legislativa che porta avanti perché decide di tornare sui suoi passi? Ricordiamo a Zanda che la legge si chiama ‘Nuove norme in materia di adeguamento del trattamento economico dei membri del Parlamento a quello dei parlamentari europei'”, sottolineano i pentastellati.

Secondo i Cinque Stelle “la proposta di Zanda va addirittura oltre a quanto stabilito dal Parlamento europeo: prevede già una diaria determinata su 15 giorni mensili (e quindi 4800 euro al mese) e senza effettiva verifica delle presenze, e assegna le spese generali (4.500 euro) direttamente ai deputati, senza stabilire restituzioni per quanto non speso. In questo modo, quindi, con l’adeguamento al trattamento dei parlamentari europei, secondo l’interpretazione di Zanda, deputati e senatori possono arrivare a guadagnare molto di più di quanto percepiscono oggi, considerando anche che contrariamente a quanto fanno gli eletti del MoVimento 5 Stelle, non si tagliano lo stipendio, calcolando indennità, diaria e rimborso per le spese di mandato”.

“Senza dimenticare che nella proposta di Zanda c’è anche la reintroduzione dei vitalizi che noi abbiamo abolito! I danni – concludono – dovrebbero chiederli gli italiani a Zanda se non ritira anche l’altra sua proposta di legge, quella che vuole prelevare dalle tasche dei cittadini 90 milioni di euro per reintrodurre il finanziamento pubblico ai partiti”.