Magnificazioni visive in 3D Monaldi, la chirurgia è 2.0

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Francesco CorcioneTrasmettere in videoconferenza un intervento chirurgico è già come varcare i confini dell’ordinario, trasmetterlo con immagini tridimensionali e in full Hd significa piantare i piedi nel futuro. Un’impresa riuscita per la prima volta al mondo ai medici del Dipartimento di Chirurgia dell’Ospedale Monaldi, guidati da Francesco Corcione. L’intervento è stato trasmesso e commentato in diretta a Torino nell’ambito di un convegno scientifico. “La magnificazione visiva prodotta dal 3D ci restituisce delle immagini superiori rispetto a quelle che potremmo avere a occhi nudi”, spiega Corcione. “La differenza di nitidezza nella visione, per intenderci, è quella che passa tra il guidare un auto il cui parabrezza sia stato pulito con un tergicristallo rotto e uno perfettamente funzionate”. In funzione da un anno e mezzo presso le due sale operatorie integrate della Divisione di chirurgia dell’ospedale napoletano, l’equipe di Corcione ha già all’attivo più di quattrocento interventi. Un numero già significativo per fare un primo bilancio della svolta 3D in chirurgia, giudicata da alcuni come l’ennesima moda di una medicina sempre più acriticamente tecnofila. “Non si tratta di stramberie tecnologiche a metà strada tra i gadget hitech e un gioco per la playstation. Operare con il sistema di visione tridimensionale ha portato a dei risultati tangibili: riduzione dei tempi operatori, riduzione delle complicanze, miglioramento della prognosi”. In procedure di chirurgia oncologica, per esempio, uno dei vantaggi è che il chirurgo viene messo nelle condizioni di riconoscere più agevolmente, durante le estese dissezioni vascolari e viscerali, strutture nobili in modo da evitare con più facilità la lesione di nervi e capillari. Un attimo dopo lo stupore per le tante avveniristiche strumentazioni nasce, come riflesso condizionato, la domanda: quanto sono costate queste apparecchiature al contribuente? Niente. Infatti, i sistemi in dotazione al Monaldi sono stati installati dalla Olympus, tra i più importanti player a livello internazionale nel settore, a proprie spese. Il ritorno per l’azienda, ovviamente, c’è: far testare il proprio sistema a una delle eccellenze europee della chirurgia e “utilizzare” la divisione chirurgica dell’Ospedale Monaldi come vetrina dei propri sistemi che, oltre alla fruizione di immagini tridimensionali, offrono anche altre innovative possibilità di intervento: strumenti, monitor e bracci meccanici comandati a distanza dal chirurgo per tenere tutto sotto controllo grazie a un touchscreen. Non solo, è possibile anche afferrare un organo con la pinza e averne la precisa percezione dei suoi rapporti anatomici. Dallo schermo, inoltre, si possono richiamare gli scenari preimpostati configurando in un solo tocco tutti i dispositivi, comprese le luci ambientali blu che consentono un miglior contrasto sui monitor e minor stress visivo. Il sistema centralizzato dispone anche di una “scatola nera”, in cui ogni dato delle apparecchiature medicali connesse segnala visivamente e vocalmente, in tempo reale, i parametri impostati, compresi eventuali malfunzionamenti e le soluzioni per correggerli. “In questi ultimi mesi abbiamo ricevuto visite, per vedere come lavoriamo in 3D, dall’Austria, dalla Germania e dalla Polonia. Si tratta di una tecnologia di cui si parla da un po’ di tempo ma che, nei fatti, siamo davvero in pochi ad aver messo in pratica”, precisa il medico che da 17 anni è primario al Monaldi e dal 2013 è presidente della Società italiana di chirurgia. In ogni caso, il costo per questo salto nel futuro è poco meno di 100 mila euro. “Cioè zero”, chiosa Corcione visti gli standard per le apparecchiature utilizzate in chirurgia a questi livelli. Oltre ai colleghi europei, a inforcare gli occhialini per il 3D (proprio come al cinema) sono stati in questi giorni anche i chirurghi italiani impegnati nell’annuale appuntamento di formazione promosso dalla Scuola di Chirurgia Laparoscopica Avanzata: trentacinque chirurghi da tutta Italia arrivano a Napoli per stare al passo coi tempi.