Mameli (Intesa Sanpaolo): Inflazione in via di “normalizzazione”, ritorno ai valori di maggio 2014

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Commento di Paolo Mameli, senior economist direzione centrale Studi e ricerche di Intesa Sanpaolo sull’inflazione

“I prezzi al consumo sono rimbalzati di quattro decimi a dicembre, dopo essere calati il mese precedente (di un decimo in base all’indice NIC e di due decimi secondo l’armonizzato Ue).

  • L’inflazione annua è salita a +0,5% da +0,1% a novembre su entrambi gli indici. Si tratta di un massimo da oltre due anni e mezzo. Peraltro, il 2016 ha chiuso con un -0,1% in media d’anno (prima variazione negativa dal 1959). 
  • I dati sono risultati decisamente superiori alle aspettative, come accaduto d’altra parte anche negli altri Paesi europei (per la media dell’eurozona, il CPI è salito a 1,1% a dicembre da 0,6% di novembre). 
  • La salita dei prezzi nel mese (in base all’indice nazionale) è dovuta ai rincari significativi registrati nei trasporti (+1,4% m/m, per via soprattutto della salita dei prezzi dei carburanti, oltre che degli aumenti, ma di natura stagionale, dei servizi di trasporto aereo) e nelle spese per cultura e tempo libero (+1,3% m/m dopo tre mesi di calo, ma in gran parte di natura stagionale: si segnalano infatti i pacchetti vacanza, soprattutto quelli nazionali della tipologia di viaggio “montagna”). Sono aumentati anche i prezzi degli alimentari (+0,5% m/m per il secondo mese consecutivo, ancora per via soprattutto dei vegetali freschi). 
  • Viceversa, gli unici capitoli di spesa che registrato una flessione dei listini sono i servizi ricettivi e di ristorazione (terzo calo consecutivo) e le bevande alcooliche e tabacco (entrambi -0,2% m/m). 
  • Restano 3 (come il mese scorso) le componenti che mantengono una tendenza annua deflattiva: comunicazioni (-3,1% da -2,5% a/a di novembre), abitazione, acqua, elettricità e combustibili (-1,9% a/a, invariato rispetto al mese precedente) e istruzione (-0,9% a/a, anch’esso invariato rispetto a novembre). Salgono invece a 2 i capitoli di spesa per i quali si nota un incremento annuo dei prezzi superiore all’1%, in quanto i trasporti (in decisa accelerazione a +2% da +0,7% di novembre) sorpassano le bevande alcooliche e tabacco (+1,8%, da +1,9% a/a precedente). 
  • L’inflazione di fondo (al netto di energetici e alimentari freschi) è salita per il secondo mese a +0,6% a/a da +0,4% di novembre (dopo il +0,2% di ottobre, che rappresentava un minimo storico). Nel mese i prezzi core sono saliti meno dell’indice generale (+0,3% m/m, specularmente rispetto al -0,3% m/m di novembre). In salita anche l’inflazione sui beni ad alta frequenza di acquisto (+0,3% m/m, +1% da +0,5% a/a precedente: si tratta di un massimo da quasi tre anni). 
  • In sintesi, il dato dell’inflazione ha sorpreso verso l’alto. Tuttavia: 1) l’aumento di gennaio ha riguardato come detto tutti i principali Paesi europei (anzi nella media dell’eurozona la salita è stata più marcata, a +1,1% da +0,6% a/a precedente); 2) come altrove, l’aumento è dovuto soprattutto all’energia (e ai carburanti in particolare), mentre l’inflazione core resta vicina ai minimi storici. 
  • Peraltro, se la risalita su base tendenziale è dovuta principalmente al venir meno dell’effetto statistico sull’energia (visibile in particolare nell’evoluzione recente della componente trasporti), c’è da attendersi un ulteriore movimento in tale direzione nel mese corrente, per il quale sono previsti significativi aumenti dei prezzi regolamentati (tra cui gas +4,7% e elettricità +0,9%, oltre ai pedaggi autostradali). 
  • In prospettiva, la risalita in corso è attesa continuare nei prossimi mesi, e si tratta di un segnale in qualche modo di “normalizzazione”. Tuttavia, essa sarà molto lenta perché, una volta venuto meno l’effetto statistico sull’energia, prevarrà la dinamica assolutamente contenuta dei prezzi core. Per il 2017, ci aspettiamo un aumento dei prezzi al consumo di almeno l’1% (dopo tre anni di sostanziale stagnazione). 

Inoltre, come non ritenevamo che un’inflazione lievemente negativa rappresentasse un significativo freno per l’attività economica, così non necessariamente la risalita in corso dell’inflazione è una buona notizia, perché: 1) da essa, in presenza di redditi nominali stagnanti, è venuto negli ultimi tre anni un apprezzabile sostegno al potere d’acquisto delle famiglie; 2) la risalita dell’inflazione limita le possibilità di ulteriore stimolo monetario: il trend in atto non è tale a nostro avviso da indurre la BCE a ritirare la decisione di prolungare fino a fine 2017 il suo programma di acquisto di titoli, tuttavia difficilmente dalla banca centrale ci si può attendere ulteriori misure di stimolo”.