Marocco, 10mila firme contro arrivo rifiuti campani

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E’ partita in Marocco una campagna contro l’arrivo di rifiuti dall’Italia, dopo la scoperta nel porto di al Jadida di una nave carica di 2500 tonnellate di ecoballe che si teme possano far parte del sito di stoccaggio di Taverna del Re, in provincia di Napoli. Secondo i media marocchini, gruppi di attivisti hanno avviato una raccolta di firme trovando in pochi giorni 10 mila adesioni contro l’ipotesi di bruciare questi rifiuti italiani nei cementifici di Casablanca e Settat. Gli attivisti criticano il fatto che questi rifiuti siano arrivati “proprio mentre il governo sta conducendo una campagna conto chi usa la plastica e deve ospitare a novembre la conferenza sul clima Cop22”. Per gli attivisti, infine, “la spazzatura italiana arrivata in Marocco rappresenta un pericolo per la salute dei cittadini”.Ha assunto ormai rilevanza politica nel paese la vicenda delle ecoballe sbarcate la scorsa settimana sulle coste dell’Atlantico. Ci sono state nel fine settimana delle interrogazioni parlamentari nei confronti del premier Abdel Ilah Benkirane in merito a questa vicenda. Il deputato dell’Unione socialista delle forze popolari, Ahmed al Mahdi Muzauari, ha accusato il governo di “avere due facce: con la prima scandisce slogan in difesa dell’ambiente contro i contenitori di plastica, con la seconda svende l’ambiente consentendo al Marocco di diventare la tomba dei rifiuti velenosi stranieri”. Il parlamentare socialista ha quindi chiesto al premier “quali sono stati i provvedimenti assunti dal governo su questa vicenda per scoprire la verita’”. Anche la leader del partito Socialista unitario dell’opposizione, Munira Mounib, ha criticato il governo, ed ha scritto sul suo profilo Facebook: “Dove siamo noi nel difendere il nostro ambiente, la nostra terra, la nostra acqua e la salute dei cittadini. I marocchini non valgono niente per gli amministratori? Quale accordo ha permesso di sacrificare la salute pubblica in cambio di questi rifiuti pericolosi?”.