Matthias Schoenaerts criminale in ‘Frerès Ennemis’

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Roma, 1 set. (AdnKronos/Cinematografo.it) – “Non ci interessava il discorso del genere, quanto piuttosto esplorare il lato umano dei personaggi. Cercare l’umanità degli individui in ballo a 360 gradi. A prescindere da quello che fanno nella vita. Perché quello che fai non sempre rispecchia quello che sei come essere umano. Ed è proprio questo contrasto, la frizione tra questi due aspetti, il tipo di emozione che mi piace esplorare”. Matthias Schoenaerts torna alla Mostra di Venezia un anno dopo ‘Le Fidèle’, stavolta in concorso, ma sempre nei panni del criminale, per ‘Frerès Ennemis’ di David Oelhoffen, regista che torna a gareggiare per il Leone d’Oro quattro anni dopo ‘Loin des hommes’.

I fratelli nemici del titolo sono Manuel e Driss, quest’ultimo interpretato da Reda Kateb. Nati e cresciuti in una periferia in cui domina la legge del narcotraffico, i due erano come fratelli. Da adulti però finiscono per prendere strade opposte: Manuel ha scelto di abbracciare la vita del criminale, Driss l’ha rinnegata ed è diventato un poliziotto.

Quando il più grande affare di Manuel va storto, i due uomini si incontrano di nuovo e si rendono conto che entrambi hanno bisogno l’uno dell’altro per sopravvivere nei loro mondi. Nonostante l’odio, fra tradimenti e rancori, riscoprono l’unica cosa rimasta a unirli nel profondo: l’attaccamento viscerale al luogo della loro infanzia.

Felice convivenza di polar e drama, il film sarà distribuito in Italia da Europictures: “Quello che volevamo era costruire con profondità i ruoli, che emergesse questa solidarietà tra i personaggi. È questo a conferire l’atmosfera di tragedia, di dramma al film, che abbiamo centrato sui vuoti giganteschi. Avevo più a cuore questo aspetto piuttosto che i codici del genere, che considero un contenitore non un contenuto. E come tale deve essere riempito”, spiega David Oelhoffen, che dirige ancora una volta Reda Kateb: “E’ sempre un lavoro collettivo, che non può prescindere dall’unione tra gli attori. Anche per quello, credo, siamo riusciti a sfuggire a molti cliché presenti nei film sulle banlieue parigine”, dice l’attore, che per la prima volta recita in un film insieme a Matthias Schoenaerts.

“Avevo da tempo il desiderio di lavorare con lui. Quando il regista mi ha chiamato per questo film e ho saputo che c’era anche Reda ho avuto un motivo in più per accettare. Poi, ovviamente, se siamo riusciti a trasmettere qualcosa molto si deve alla generosità che ti accompagna sul set: più dai, più ricevi. E questo vale per ogni processo di creazione”, dice Schoenaerts, che sul personaggio di Manuel aggiunge: “Si sente in trappola, ha la sensazione di essere prossimo alla fine. E questo lo porta a molte riflessioni”. Che non prevedono però il tradimento: “No, per fortuna. Anche perché considero la lealtà una tra le cose più importanti che si può offrire ad un altro essere umano. È la forma più bella dell’amore”.