Medici coach con la web community ParkinsonNet

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Vicenza, 17 ott. (AdnKronos Salute) – Compiuto il balzo dal Web 1.0 al Web 2.0, anche la salute è pronta per l’Health 2.0. A Vicenza, infatti, durante la nuove edizione di Vivere Sani, Vivere Bene, ‘La mente in salute’, è stato presentato l’esempio di ParkinsonNet, web community basata su un nuovo concetto di cura collaborativa e medicina partecipativa.

Si tratta di un nuovo approccio, in base al quale i medici diventano coach dei pazienti e delle loro famiglie, coinvolti come membri attivi nel team multidisciplinare preposto alla cura di patologie complesse come l’Alzheimer, il Parkinson e, più in generale, le malattie neuro-degenerative. In questo nuovo contesto sarà possibile scegliere a chi affidarsi, avere pieno accesso al proprio profilo clinico, comunicare facilmente con i professionisti della salute e altri pazienti via web, partecipare allo sviluppo delle linee-guida di trattamento, avere costante supporto nell’adozione di corretti stili di vita. A parlarne, è stato Bastiaan R. Bloem, del Radboud University Medical Center di Nijmegen.

ParkinsonNet è una rete sanitaria che permette alle persone affette da questa patologia di stabilire il loro trattamento, in collaborazione con una squadra multidisciplinare di esperti professionisti, che ha ricevuto numerosi premi.

Come affermato da Bloem durante il convegno: “Da sempre i miei studi si concentrano su due aree principali. La prima concerne i meccanismi cerebrali compensatori, soprattutto nel campo dell’andatura e dell’equilibrio, e la seconda riguarda l’innovazione sanitaria volta in particolare a sviluppare e valutare scientificamente modalità di cura patient-centred”.

Bloem ha portato l’esempio di alcuni pazienti affetti da Parkinson che, se messi di fronte ad un medesimo problema, come il superamento di un ostacolo o il semplice riuscire a camminare, sono arrivati a trovare una diversa strategia risolutiva: “Questo perché ogni paziente elabora una soluzione personalizzata, basata sulle proprie esperienze ed esigenze, e anche il personale medico deve essere in grado di fornire un supporto variegato e sempre più adatto al singolo paziente in cura, almeno per ciò che concerne le patologie croniche come appunto il Parkinson”.

La collaborazione con il paziente è dunque essenziale, anche nel cercare soluzioni tecnologiche e innovative. Come nel caso dei Google Glass il cui impiego a supporto del malato, in un primo esperimento condotto dal team di Bloem sono risultati inefficace perché il prototipo era ingombrante, “tanto che il paziente finiva per preoccuparsi più di questo strumento che dell’obiettivo di camminare, ad esempio. Solo grazie a partner tecnologici all’avanguardia, capaci di seguire le indicazioni dei medici e dei pazienti sulla base delle loro esigenze, è possibile creare e migliorare gli strumenti efficaci per la cura di una malattia come questa”. Perché il paziente “è il primo innovatore quando si parla di affrontare la malattia”.