Meeting di Rimini, applausi per Calenda ma lui: Non proseguo in politica

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Per ora è il politico più applaudito al Meeting di Rimini: al popolo di Cl, da un po’ di tempo senza un riferimento preciso, piace lo stile diretto che da ministro gli fa dire che la crisi non è superata, spiegando come il governo dovrà affrontare “problemi enormi” nella prossima legge di Bilancio. Carlo Calenda incassa, ma non cambia le sue parole: “Faccio solo il mio lavoro fino alla fine della legislatura, il mio impegno in politica non prosegue”. Così risponde a chi ipotizza un centrosinistra imperniato su Renzi, Pisapia e lo stesso Calenda, come ha fatto dalla sinistra Pd fedele a Renzi il collega di governo Maurizio Martina. Per lui è stata scelta una sala più piccola rispetto a quella nella quale hanno parlato Gentiloni ed Enrico Letta, anch’esso molto applaudito. Posti liberi per il ministro allo Sviluppo economico ce ne sono pochi, piacciono i modi diretti ma sempre composti. “La crisi si supera quando si recuperano i punti di Pil persi e i posti di lavoro: faccio il ministro e avrei l’interesse a dire che abbiamo la crisi alle spalle, ma abbiamo ancora sei punti di Pil da recuperare e 300-400mila posto di lavoro. Il rischio è quello di abbassare la guardia e parlare di mance elettorali”, compreso il “reddito di cittadinanza”, dice Calenda. L’inedito affondo nei confronti dei grillini è chiaro mentre ribadisce il suo ruolo di difesa delle imprese italiane, confermandosi l’esponente di governo in prima linea sul dossier. “I cugini più vicini ogni tanto si dimenticano delle professioni di europeisti quando compriamo qualche azienda, ma sono manifestazioni di debolezza a cui si risponde con un bel ‘no’ tondo”, afferma Calenda tra gli applausi. Il riferimento è alla questione Stx-Fincantieri, ma tiene il punto anche su Tim, ricordando alla Commissione europea che l’Italia è pronta a portare in Parlamento la legge contro gli “investimenti di natura predatoria” provenienti da Paesi aggressivi come la Cina. Sollecitato dai giornalisti, ribadisce che Vivendi avrebbe dovuto notificare il controllo e coordinamento di Tim, ricordando che l’Italia “non è un Paese dove venire a fare scampagnate fuori dalle regole”. Così il ministro indicato come una possibile soluzione in caso di ‘impasse’ post elettorale, viene avvicinato dal pubblico per stringergli la mano. Qualcuno gli chiede di “restare lì”: lui sorride, ricambia la stretta di mano, ma resta in silenzio.