Mercati asiatici vicino ai massimi da inizio anno

48

Il punto della mattinata. Borsa italiana in rosso: Ftse Mib -0,84%. Bancari in ritracciamento, MPS positiva su ipotesi cessione npl (ovvero, non performing loans, crediti deteriorati) . Il Ftse Mib segna -0,84%, il Ftse Italia All-Share -0,74%, il Ftse Italia Mid Cap -0,05%, il Ftse Italia Star -0,19%.

Bancari italiani in rosso dopo un avvio positivo e il rally delle sedute precedenti: l’indice FTSE Italia Banche segna -1,4% circa, contro il -1,1% dell’EURO STOXX Banks. Segnali concilianti sono giunti da Angela Merkel sul tema della soluzione dei problemi del sistema bancario italiano, tema che secondo la cancelliera sarà “ben regolato”. Ieri S&P ha comunicato che le preoccupazioni degli investitori sulle condizioni delle banche italiane non avranno effetto sul rating delle stesse, in quanto già incorporano questi rischi. Vendite consistenti su UBI Banca (-3,5%), BP Emilia Romagna (-3,9%), Banco Popolare (-2,4%).
UniCredit (-1,4%) in leggero calo dopo il rally di ieri (+14,10%) dopo che il cda ha deciso l’avvio di una profonda revisione della strategia e la vendita del 10% di FinecoBank. UniCredit ha poi annunciato la cessione a investitori istituzionali del 10% di Bank Pekao, con un incasso di 749 €mln e un aumento pari a circa 12 punti base del CET1 ratio del gruppo. UniCredit continuerà a detenere una partecipazione di controllo in Pekao, corrispondente al 40,1% del capitale.
Banca MPS (+3,1%) in ascesa. Secondo MF JP Morgan potrebbe essere incaricata di gestire una cartolarizzazione di crediti deteriorati dell’istituto senese da 10 miliardi di euro. Il Sole 24 Ore scrive che anche Mediobanca (-0,3%) potrebbe essere coinvolta nell’operazione e che a seguito di quest’ultima MPS potrebbe essere oggetto di fusione.
In rosso Telecom Italia (-2,5%). Moody’s ha confermato il giudizio Ba1 sul debito della compagnia, con outlook negativo. L’agenzia di rating segnala “alcune incertezze riguardanti l’evoluzione della competizione nel mercato italiano”.

Borse asiatiche
In Asia continuano i guadagni dei listini, e i mercati della regione si muovono verso i massimi da inizio anno su prospettive incoraggianti per l’economia Usa e politiche accomodanti nei maggiori Paesi che tornano a fare crescere la predisposizione al rischio da parte degli investitori dopo la brusca frenata legata alla Brexit. 

L’indice Msci Asia Pacific, Giappone escluso, continua il suo rally per la terza seduta consecutiva, guadagnando circa mezzo punto percentuale a 427,83 punti, avvicinandosi ai massimi per l’anno di 428,22 punti segnati lo scorso 21 aprile. Sul fronte valutario lo yen si apprezza di circa lo 0,50% sul dollaro dopo avere perso oltre il 4% nelle due precedenti sedute. E Tokyo continua a trainare la regione. 

A fine seduta il Nikkei 225 scende però sotto il punto percentuale di guadagno, apprezzandosi dello 0,84% (decisamente meglio fa l’indice più ampio Topix, che chiude con un progresso dell’1,13%). Sul fronte macroeconomico, secondo la lettura finale diffusa dal ministero nipponico di Economia, Commercio e industria, la produzione industriale del Giappone ha segnato in maggio un declino del 2,6% su base mensile rettificata contro il 2,3% di flessione della lettura preliminare e il progresso dello 0,5% registrato in aprile. In scia a Tokyo, il Kospi di Seoul segna una crescita dello 0,72% al termine delle contrattazioni.

Sul fronte delle materie prime, il petrolio perde circa l’1% dopo il rally superiore al 4% di martedì. Protagonista di giornata è invece i l rame, che guadagna il 2,4% a Londra (e sale a quasi il 4% l’apprezzamento nelle ultime tre sedute), mentre il nichel si muove sui massimi di 11 mesi e lo zinco si avvia a chiudere con la migliora performance dal maggio dello scorso anno. E a Sydney, mercato in cui per altro anche i titoli finanziari registrano guadagni, sono proprio i minerari (Rio Tinto e Bhp Billiton si apprezzano di quasi il 3%) a tirare la volata: l’S&P/ASX 200 segna un progresso dello 0,66% al termine degli scambi. A circa un’ora dalla chiusura Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 guadagnano circa lo 0,40% mentre è intorno all’1% il progresso dello Shenzhen Composite. Bene anche Hong Kong: l’Hang Seng è infatti in crescita di circa mezzo punto percentuale (leggermente meglio l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China, in progresso intorno allo 0,70%).

Borsa Usa
I listini azionari Usa hanno continuato a guadagnare in scia al rally di Asia (che ha visto anche Shanghai allinearsi al balzo di Tokyo con un guadagno del 2%) ed Europa (unica voce fuori dal coro nel Vecchio Continente è stata Londra: il Ftse 100 ha chiuso in declino dello 0,03%). 

E se lunedì protagonista assoluto era stato l’S&P 500, volato ai massimi di sempre, martedì è stato il turno del Dow Jones Industrial Average. L’indice delle blue chip Usa ha infatti chiuso con un guadagno dello 0,66% (120,74 punti) a quota 18.347,67 punti volando ai massimi di quasi 14 mesi (in intraday aveva toccato il record assoluto di 18.371,95 punti). 
L’S&P 500 si è consolidato sui massimi di sempre (già lunedì aveva superato il precedente record di 2.130,82 punti segnato il 21 maggio del 2015) guadagnando lo 0,70% (14,98 punti) a quota 2.152,14 punti (in intraday era salito fino a 2.155,49 punti). Il Nasdaq Composite dopo avere superato quota 5.000 punti nel corso della seduta di lunedì si è invece assestato sopra tale soglia, con un incremento dello 0,69% (34,18 punti) a 5.022,82 punti, azzerando le perdite accumulate da inizio anno.

 

Sul fronte macroeconomico, la lettura di giugno sulla fiducia delle piccole imprese ha evidenziato una crescita per il terzo mese consecutivo, ma il dato rimane debole rispetto alla media di lungo periodo. Le scorte all’ingrosso degli Usa sono cresciute in maggio, a fronte del declino di quelle del settore automotive, suggerendo che gli investimenti sugli inventari verosimilmente hanno continuato a frenare la crescita economica nel secondo trimestre. 

Intanto James Bullard, capo della Federal Reserve (Fed) di St. Louis, continua a predicare prudenza e sostiene che l’istituto centrale Usa non dovrebbe avere fretta di alzare i tassi d’interesse nonostante i positivi dati di giugno sull’occupazione. 

Bullard, membro votante del Federal Open Market Committee (Fomc, la commissione della Fed che si occupa di politiche monetarie) è convinto che le prospettive della Fed sui tassi non avranno bisogno di cambiare fino a quando la crescita e l’inflazione non si saranno stabilizzate al rialzo. “La politica sui tassi dovrebbe essenzialmente restare piatta nell’orizzonte pronosticabile”, ha dichiarato martedì. 

Per Bullard un tasso appropriato dovrebbe quindi essere intorno allo 0,63% nell’arco di due anni e mezzo.

I dati macro attesi oggi
Mercoledì 13 Luglio 2016
05:06 CINA Bilancia commerciale giu;
07:00 GIA Produzione industriale finale mag;
08:45 FRA Inflazione finale giu;
09:00 SPA Inflazione finale giu;
10:00 ITA Inflazione finale giu;
11:00 EUR Produzione industriale mag;
14:30 USA Indice prezzi importazioni giu;
16:30 USA Scorte settimanali petrolio e derivati;
20:00 USA Beige Book (Fed).