Mercati tra referendum, guadagni e timori di bolla

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Data la situazione politica, il rigetto delle precedenti proposte e la raccomandazione da parte del governo greco di votare NO, non vediamo alcun motivo per ulteriori colloqui”, ha detto, ieri, Dijsselbloem, ministro delle finanze olandese e coordinatore di tutti i suoi omologhi europei, a conclusione della riunione dell’ Eurogruppo. Dunque, i ministri delle finanze della zona euro hanno escluso ulteriori negoziati tra il governo di Atene e i suoi creditori fino a quando non sarà reso noto l’esito referendario di domenica 5 luglio. In questo senso, infatti, spingeva il contenuto della nuova lettera inviata dal premier greco Tsipras ai suoi interlocutori. Lettera, però, che in qualche modo contraddiceva l’invito, sempre da parte del premier, rivolto ai suoi concittadini, di rigettare – appunto attraverso la consultazione referendaria – il programma di austerità imposto dai vertici europei. Nell’attesa del referendum, intanto, i mercati sembrano orientati al positivo, dal momento che ieri Wall Street (gli osservatori ritengono però sulla scia dei dati macro Usa) e stamani le borse asiatiche (a differenza di Shanghai, però) hanno registrato acquisti e guadagni. Come del resto sta accadendo da qualche tempo, ormai, e finanche a cavallo delle punte più alte della di crisi nell’ambito della vicenda della Grecia. Al punto, con particolare riferimento all’azionario, che non manca chi parla di bolla. Da ultimo, ma anche da una posizione di indiscussa autorevolezza, l’alert è stato lanciato dal premio Nobel Robert Shiller secondo cui: “Quando gli investitori si tuffano sull’azionario anche se sanno che le valutazioni sono elevate…vuol dire che siamo in presenza di una bolla“. I rialzi che stanno interessano i mercati, precisa l’economista, sono gli stessi di quelli che hanno preceduto l’esplosione della bolla dot.com. (ovvero, la bolla speculativa sviluppatasi tra il 1997 e il 2000). E, in particolare, “il mercato azionario Usa è uno dei più elevati del mondo”, ha detto Shiller in un’intervista rilasciata al canale televisivo Cnbc. Le analisi di Shiller si basano sull’indicatore CAPE, da lui elaborato, che misura appunto la valutazione dei mercati azionari, e che al momento è al record dal 1929, 2000 e 2007. L’indicatore CAPE, tuttavia, non è da tutti condiviso. A cominciare dall’amico del Nobel, Jeremy Siegel, che infatti recentemente ha detto “Ho un grande rispetto per Bob Shiller e per il suo CAPE ratio, che utilizza la media in 10 anni degli utili rispetto al prezzo, per monitorare la valutazione di una società. Il problema è che, a partire dalla fine degli anni ’90, Standard & Poor’s ha cambiato il modo in cui i profitti vengono calcolati, orientandosi verso un metodo mark-to-market, che deprime in modo netto gli utili nei periodi di recessione. Dal momento che gli ultimi 10 anni di utili includono la Grande Recessione (crisi finanziaria più forte dai tempi della Grande Depressione), quando i profitti crollarono allo zero, gli utili appaiono molto al di sotto rispetto a quelli che ritengo dovrebbero essere; e tale fattore gonfia il ratio Cape al di sopra di quello che io credo sia il vero valore. Considerando tale problema, ho fatto qualche calcolo e ho utilizzato invece la media degli ultimi 10 anni delle stime sul reddito National Income Products Accounts (NIPA), invece delle previsioni sugli utili dello S&P. Una volta fatta questa sostituzione, si ottiene una sopravvalutazione del mercato molto inferiore rispetto a quella che si ottiene con gli strumenti di valutazione di Shiller“.

Borse asiatiche

Anche questa mattina i mercati asiatici hanno visto prevalere i segni positivi in scia al recupero di ieri a Wall Street. C’è attesa sui mercati anche per quanto concerne i dati statunitensi sul mercato del lavoro, che daranno una indicazione più precisa sullo stato di salute della prima economia mondiale. Il Nikkei ha chiuso le contrattazioni in crescita dello 0,95% a 20552 punti, rialzo di pochi decimi di punto percentuale per Hong Kong mentre Seoul ha guadagnato lo 0,45%. Segno negativo invece a Shanghai che perde più di 5 punti percentuali. Sul fronte macroeconomico da segnalare che stando a quanto comunicato dalla Bank of Japan, nel suo Inflation Outlook of Enterprises, le aziende nipponiche anche nel secondo trimestre prevedono prezzi al consumo in crescita dell’1,4% nei 12 mesi. Previsioni invariate rispetto al quarto trimestre 2014 e ai primi tre mesi di quest’anno. Cala leggermente invece l’outlook a tre anni (dall’1,6 all’1,5%), mentre resta stabile all’1,6% quello a cinque anni. La base monetaria del Sol Levante è cresciuta in giugno del 34,2% su base annua, contro il progresso del 35,6% registrato in maggio. La circolazione di banconote è aumentata del 4,7% mentre quella di monete è cresciuta dello 0,7%. Il dato rettificato su base stagionale segna un progresso della base monetaria del 17,0% in giugno.

Borsa Usa

Nuova giornata di guadagni per Wall Street che per la prima volta dopo molto tempo non si focalizza su Atene (resta la speranza di una soluzione ma tutto è rimandato a settimana prossima quando si conoscerà l’esito del referendum di domenica 5 luglio) e si lascia andare all’ottimismo su dati macroeconomici positivi, in particolare per quanto riguarda il lavoro. Secondo quanto comunicato da Adp, infatti, il settore privato ha creato 237.000 posti di lavoro, contro i 218.000 attesi dagli economisti. Il dato è il migliore dallo scorso dicembre. Bene anche il settore delle costruzioni. Secondo quanto comunicato dallo U.S. Commerce Department, infatti, in maggio la spesa in costruzioni, spinta sia dal settore privato che da quello pubblico, è cresciuta dello 0,8% rispetto ad aprile (ma dell’8,2% su base annuale) contro lo 0,5% del consensus. Se Atene non è più protagonista a Wall Street, il mercato ha comunque maggiori speranze di una soluzione, dopo che è emerso che il governo di Alexi Tsipras si sarebbe detto disponibile ad accettare, con qualche modifica, il pacchetto di riforme richiesto dalla Ue. James Bullard, capo della Fed di St. Louis, ha confermato che il rialzo dei tassi d’interesse Usa in settembre è “ancora una possibilità concreta”. E, soprattutto, si è detto non preoccupato degli effetti della crisi greca non solo per gli Usa, ma per l’Europa stessa. “Penso che il rischio di contagio sia molto basso”, perché la Bce può rispondere a ogni problema con il programma di stimolo già in corso. Il Dow Jones Industrial Average ha guadagnato 138,40 punti, pari allo 0,79%, a quota 17.757,91. L’S&P 500 ha aggiunto 14,31 punti, pari allo 0,69%, a 2,077,42. Il Nasdaq Composite ha segnato un progresso dello 0,53%, pari a 26,26 punti, a quota 5.013,12. I tre indici restano comunque in flessione di circa l’1% nell’ottava, dopo il pesante arretramento di lunedì. Nota negativa solo dal settore energetico. I future sul petrolio Wti hanno chiuso in calo del 4,2% a 56,96 dollari il barile, mentre quelli sul Brent hanno perso il 2,5% a 62,01 dollari. Il peggiore declino degli ultimi due mesi ha spinto l’S&P Energy in flessione dell’1,3% (unico dei sottoindici a chiudere in territorio negativo). Frenata anche per i titoli del settore aereo dopo che lo U.S. Department of Justice ha annunciato un’indagine su un possibile cartello finalizzato a mantenere alti i prezzi dei biglietti. I guadagni dell’S&P 500 sono stati aiutati anche da Chubb Corporation +26,12% dopo che Ace Limited +0,80% ha annunciato di aver raggiunt o l’accordo per acquisire la rivale in un’operazione, in contanti e azioni, del valore di 28,3 miliardi di dollari. Miglior titolo del Dow Jones è stato quello di Travelers +2,73% colosso delle assicurazioni e rivale della stessa Chubb. Sul fronte societario, tra i migliori titoli del Dow ancora una volta Nike +1,31% nonostante l’annuncio dell’uscita del chairman, e co-fondatore, Phil Knight che lascerà l’incarico alla fine di quest’anno (lo ricopre dal 2004). Knight, che allo scorso dicembre deteneva il 16,26% del capitale del colosso Usa dello sportswear, ha raccomandato il chief executive Mark Parker, in carica dal 2006, come suo successore. Peggiore titolo del Dow è stato Caterpillar -1,03% e poco meglio ha fatto ExxonMobil -1,00% in declino con tutto il settore energetico sul calo dei corsi del petrolio.

Europa

Borse europee incerte questa mattina ma comunque sopra la parità. Il Dax guadagna lo 0,2%, Parigi fa segnare un progresso dello 0,3%, Madrid dello 0,25% mentre a Londra il Ftse 100 si muove attorno alla parità. Si attendono sviluppi sulla crisi greca. Ieri sera una lettera firmata da Jeroen Dijsselbloem, presidente dell’Eurogruppo e quindi del consesso dei ministri finanziari europei incaricato di valutare la terza richiesta di aiuti da parte del paese ellenico, ha confermato che il programma per la Repubblica Ellenica è scaduto il 30 giugno e che solo sulla base dei risultati del prossimo referendum si potrà tornare sulle richieste di Atene. La Grecia aveva chiesto ulteriori modifiche alle proposte pubblicate dalla commissione Ue il 30 giugno, ma già ieri sera la cancelliera Angela Merkel aveva dichiarato a nome della Germania che non c’era spazio per ulteriori trattative prima del referendum sulle proposte europee previsto per domenica. L’Eurogruppo ha dunque sposato la posizione tedesca: non era scontato visto che poche ore prima il presidente francese Francois Hollande aveva chiesto un accordo prima del referendum, mentre il presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker contattava lo stesso Alexis Tsipras ispirando forse quel tentativo di accordo dell’ultimo minuto poi finito nel nulla.

Italia

Avvio sottotono per l’azionario italiano ed europeo dopo l a decisione dell’Eurogruppo sul rinvio di ogni nuovo accordo con la Grecia a dopo il referendum. La linea del rigore della Germania è stata sposata dall’Italia e si è contrapposta a quella più morbida della Francia e della Commissione Ue, con il risultato che l’accordo dell’ultimo minuto proposto da Alexis Tsipras ai creditori è stato rispedito al mittente, allontanando l’ipotesi di una soluzione negoziale nell’immediato. Il Ftse Mib italiano cede durante i primi scambi lo 0,09% e il Ftse Italia All Share guadagna lo 0,01% mentre il Ftse Italia Star guadagna lo 0,23 per cento. Ieri Piazza Affari ha chiuso in deciso rialzo con l’indice Ftse Mib che ha guadagnato il 2,21% a 22.956 punti. Ben comprate le banche: Banco Popolare ha guadagnato il 2,84% a 15,18 euro, Montepaschi il 3,20% a 1,802 euro, Popolare di Milano il 2,53% a 0,97 euro, Mediobanca il 2,67% a 9,03 euro, Ubi Banca il 4,58% a 7,525 euro, Unicredit il 3,40% a 6,23 euro. Intesa SanPaolo (+2,82% a 3,344 euro) ha sfruttato le indiscrezioni di stampa sul superamento dell’attuale sistema di governance duale. Nella galassia Agnelli hanno brillato in modo particolare CNH Industrial, che è avanzata del 4,89% a 8,58 euro, e Exor, che ha mostrato un progresso del 3,36% a 44,26 euro. FCA ha guadagnato lo 0,83% a 13,25 euro dopo aver annunciato di aver venduto a giugno negli Stati Uniti 185.035 auto, l’8,2% in più rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Brillante Mediaset (+4,12% a 4,49 euro) in scia alle parole dell’Ad Piersilvio Berlusconi che ha fatto sapere che la raccolta pubblicitaria in Italia del Biscione a giugno è cresciuta di oltre il 6%. Tra i big di Piazza Affari da segnalare infine Telecom Italia che ha mostrato un balzo del 2,54% a 1,167 euro.


I dati macro attesi oggi

Giovedì 2 luglio 2015

11:00 EUR PPI a/a mag;

14:30 USA Nuovi lavoratori dipendenti non agricoli giu;

14:30 USA Richieste di sussidio settimanali;

14:30 USA Salari contrattuali m/m giu;

14:30 USA Tasso di disoccupazione giu;

16:00 USA Ordinativi industriali m/m mag.