Mezzogiorno e Patto per la Campania Confronto Jannotti Pecci-De Vincenti

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Il presidente di Confindustria Campania Costanzo Jannotti Pecci a confronto col ministro della Coesione territoriale e Mezzogiorno Claudio De Vincenti sullo stato di attuazione del Patto per la Campania: è quanto avvenuto lunedì 13 febbraio in occasione dell’incontro promosso a Roma dai rappresentanti da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil per rilanciare i temi della crescita del Paese e soprattutto di quella parte di esso che fa più fatica a venir fuori dalla crisi.

Un appuntamento che si apre con un documento congiunto dei vertici di via dell’Astronomia e dei sindacati in cui si espongono uno per uno tutti i punti da correggere nel masterplan sul Mezzogiorno e che si conclude con un impegno preciso da parte del ministro: la convocazione a breve di un tavolo con le parti sociali per discutere di Mezzogiorno. Avverrà “subito dopo la riunione della cabina di regia – assicura De Vincenti – perché ho bisogno di portare al tavolo delle scelte su cui lavorare per una eventuale correzione”.

Le parole dell’esponente di governo giungono dopo quelle degli industriali e dei sindacati. “Nel Sud ci sono segnali di una ripresa che è ancora molto tenue, però c’è – dice il vicepresidente per le politiche regionali e per la coesione di Confindustria, Stefan Pan – Per questo il Masterplan per il Mezzogiorno può essere un veicolo importante a patto che sia veloce, non possiamo permetterci di perdere tempo. L’attuazione del Masterplan e più in generale degli interventi finanziati con le risorse per la coesione è fondamentale per la ripresa dell’economia meridionale e per spingere gli investimenti privati”.

Prendono la parola anche i segretari confederali della Cgil, Gianna Fracassi, della Cisl Giuseppe Farina e della Uil, Guglielmo Loy. Il loro pensiero è comunque sintetizzato nel documento congiunto nel quale si sottolinea come le scelte adottate nei Patti regionali delineino una “visione d’insieme che rischia di cogliere solo parzialmente le esigenze di sviluppo produttivo e di mobilità nei territori”. Questo perché l’impostazione data “privilegia il raccordo bilaterale tra i livelli di governo centrale e territoriale” mettendo “inevitabilmente in secondo piano l’esigenza di una visione di sviluppo sovra-regionale che guardi al Mezzogiorno nel suo complesso”. Il rischio è quello della “frammentazione degli interventi”.

“Le risorse ci sono. Dobbiamo saperle spendere e usarle. Spenderle presto e bene” replica il ministro De Vincenti ricordando che con la programmazione 2014-20 ci sono “82 miliardi di euro a carico del bilancio nazionale italiano e 42 miliardi di fondi europei: stiamo parlando in totale di oltre 120 miliardi. Il contributo del governo nazionale è per oltre due terzi, è molto significativo”.

Il ministro respinge “l’osservazione critica” sull’impianto e sullo stato di attuazione dei Patti: “Non è vero che non ci sia un disegno generale, unitario”, dice, e “non è vero che siano in una situazione di stallo: ho fatto un giro nelle regioni per verificare lo stato di attuazione dei Patti e ho constatato in diverse occasioni che ci sono interventi già in atto e cantieri già aperti”. Comunque “sono pronto a discutere”. Giunge a questo punto l’impegno a convocare quanto prima a Roma le parti sociali. Unica avvertenza: “Non sarà un tavolo di concertazione, ognuno si prende le sue responsabilità”.

A margine dell’appuntamento c’è anche il confronto sulla situazione campana. E’ il presidente regionale di Confindustria Jannotti Pecci ad aggiornare il ministro sullo stato di attuazione del patto per lo sviluppo siglato con la Regione e sulle relative criticità. Se ne tornerà a discutere dopo i prossimi annunciati confronti con i vertici nazionali delle parti sociali.