Michelangelo e il nuovo rinascimento cinese

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Se le statistiche mostrano il crescente spazio occupato dalla Cina nel Pianeta PIL, quelle sulle imprese innovative che hanno raccolto investimenti per almeno un milione di dollari (le ‘scale-up’) suggeriscono che la potenza economica cinese è tale non solo per il volume della sua capacità produttiva, ma anche per la qualità dell’imprenditoria in via di formazione.

Il sorpasso sull’Europa è visibile nella Tabella 1.1.

Il raddoppio ogni due anni della potenza di calcolo e le innovazioni digitali sono venti che stanno trasportando nel paese un nuovo spirito imprenditoriale che si diffonde in una varietà di attività umane, dalla mobilità con auto senza conducente, alla cura della salute e all’ascolto della musica. Pare che i cinesi siano preoccupati di fissare troppo in basso i loro obiettivi e raggiungerli anziché temere di porli troppo in alto e mancarli. In questo, essi sono seguaci di Michelangelo, così preannunciando un nuovo rinascimento cinese. Bisogna andare a ritroso nel tempo, al 1918 quando un gruppo di studenti dell’Università di Pechino pubblicò “The Renaissance”, una rivista che si propose di liberare donne e uomini dalla schiavitù delle forze della tradizione (Hu Shih, The Chinese Renaissance, The University of Chicago Press, 1934).