Migranti: a Idomeni paura epidemia epatite, nuove proteste

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A Idomeni, il campo in territorio greco al confine con la Macedonia dove circa 12 mila migranti e profughi attendono ancora di poter continuare il viaggio verso l’Europa occidentale nonostante la chiusura delle frontiere lungo la rotta balcanica, è paura epidemie dopo che a due migranti è stata diagnosticata l’epatite A. Come riferiscono i media macedoni, uno dei due malati e’ una bambina siriana di nove anni, che è già in cura e in condizioni stabili. Anche l’altro paziente e’ stato condotto in ospedale. Per quanto è possibile, considerando le condizioni igienico-sanitarie insostenibili, nel campo di Idomeni si cerca di adottare misure per scongiurare una contagio della malattia.
    Nonostante i ripetuti appelli delle autorità greche, che invitano i migranti a lasciare il campo-inferno alla frontiera macedone offrendo sistemazioni in centri di accoglienza in Grecia con servizi e cibo a sufficienza, la stragrande maggioranza preferisce restare in attesa a Idomeni almeno fino al prossimo vertice Ue del 17 marzo, dal quale ci si attendono nuove decisioni sui profughi. Solo poche centinaia hanno accettato finora di trasferirsi nei centri di accoglienza. Ieri circa 200 migranti hanno inscenato una nuova protesta chiedendo l’apertura della frontiera macedone, e uno di loro – un siriano – ha cominciato lo sciopero della fame.  
   

A Idomeni, il campo in territorio greco al confine con la Macedonia dove circa 12 mila migranti e profughi attendono ancora di poter continuare il viaggio verso l’Europa occidentale nonostante la chiusura delle frontiere lungo la rotta balcanica, è paura epidemie dopo che a due migranti è stata diagnosticata l’epatite A. Come riferiscono i media macedoni, uno dei due malati e’ una bambina siriana di nove anni, che è già in cura e in condizioni stabili. Anche l’altro paziente e’ stato condotto in ospedale. Per quanto è possibile, considerando le condizioni igienico-sanitarie insostenibili, nel campo di Idomeni si cerca di adottare misure per scongiurare una contagio della malattia.
    Nonostante i ripetuti appelli delle autorità greche, che invitano i migranti a lasciare il campo-inferno alla frontiera macedone offrendo sistemazioni in centri di accoglienza in Grecia con servizi e cibo a sufficienza, la stragrande maggioranza preferisce restare in attesa a Idomeni almeno fino al prossimo vertice Ue del 17 marzo, dal quale ci si attendono nuove decisioni sui profughi. Solo poche centinaia hanno accettato finora di trasferirsi nei centri di accoglienza. Ieri circa 200 migranti hanno inscenato una nuova protesta chiedendo l’apertura della frontiera macedone, e uno di loro – un siriano – ha cominciato lo sciopero della fame.