Migranti: Alfano, Italia pronta a tutti gli scenari. Dublino ‘foto ingiallita’

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Sulla crisi dei profughi in Italia “ci stiamo preparando ad ogni scenario possibile, ma stiamo lavorando per impedire che l’Europa vada a sbattere contro un muro”. Così il ministro dell’Interno Angelino Alfano, alla riunione di pre-vertice del Ppe, sugli scenari possibili come conseguenza delle decisioni unilaterali dei Paesi, a effetto domino, nei Balcani occidentali.

Ue non prenda una direzione sbagliata – “Su questa vicenda delle migrazioni l’Europa rischia di finire. Avendo capito in ritardo qual era la soluzione, adesso non può anche andare nella direzione sbagliata perché c’è qualche Paese che per le più varie ragioni si è spaventato o intimorito”. Così il ministro dell’Interno Angelino Alfano arrivando al pre-vertice del Ppe. “Dobbiamo difendere le frontiere esterne – evidenzia -. Risolvere la crisi siriana, e aiutare la Turchia” a contenere il flusso in uscita. “Questa è una strategia molto complessa ma solo un’Europa unita può riuscire a farla”.

Sulla revisione di Dublino “abbiamo attivato un lavoro con un po’ di Paesi che ci stanno dicendo di sì. Perché ormai è fuori dal buonsenso pensare di caricare sul Paese di primo ingresso questi flussi enormi. Dublino è una foto ingiallita di un passato che non rispecchia più l’Europa di oggi”: così il ministro dell’Interno Angelino Alfano arrivando al pre-vertice del Ppe.

Mini-Schengen sarebbe la fine dell’Europa – “Sarebbe la fine dell’Europa. Un Paese o due non possono pagare il conto di un intero movimento globale di profughi che scappano da guerre e persecuzioni”, così il ministro dell’Interno Angelino Alfano rispetto al rischio di un’area mini-Schengen, con l’esclusione di Grecia e Italia, come conseguenza dell’attivazione dell’articolo 26 del codice Schengen, che permette controlli alle frontiere interne fino a due anni. “L’Europa senza l’Italia non ha dove andare – osserva Alfano -. Questo assetto europeo col Regno Unito che fa il referendum per andar via ed eventualmente un’Italia che dovesse subire una scelta di questo genere, sarebbe un’Europa davvero inconsistente e senza un futuro”.

Sulla crisi dei profughi in Italia “ci stiamo preparando ad ogni scenario possibile, ma stiamo lavorando per impedire che l’Europa vada a sbattere contro un muro”. Così il ministro dell’Interno Angelino Alfano, alla riunione di pre-vertice del Ppe, sugli scenari possibili come conseguenza delle decisioni unilaterali dei Paesi, a effetto domino, nei Balcani occidentali.

Ue non prenda una direzione sbagliata – “Su questa vicenda delle migrazioni l’Europa rischia di finire. Avendo capito in ritardo qual era la soluzione, adesso non può anche andare nella direzione sbagliata perché c’è qualche Paese che per le più varie ragioni si è spaventato o intimorito”. Così il ministro dell’Interno Angelino Alfano arrivando al pre-vertice del Ppe. “Dobbiamo difendere le frontiere esterne – evidenzia -. Risolvere la crisi siriana, e aiutare la Turchia” a contenere il flusso in uscita. “Questa è una strategia molto complessa ma solo un’Europa unita può riuscire a farla”.

Sulla revisione di Dublino “abbiamo attivato un lavoro con un po’ di Paesi che ci stanno dicendo di sì. Perché ormai è fuori dal buonsenso pensare di caricare sul Paese di primo ingresso questi flussi enormi. Dublino è una foto ingiallita di un passato che non rispecchia più l’Europa di oggi”: così il ministro dell’Interno Angelino Alfano arrivando al pre-vertice del Ppe.

Mini-Schengen sarebbe la fine dell’Europa – “Sarebbe la fine dell’Europa. Un Paese o due non possono pagare il conto di un intero movimento globale di profughi che scappano da guerre e persecuzioni”, così il ministro dell’Interno Angelino Alfano rispetto al rischio di un’area mini-Schengen, con l’esclusione di Grecia e Italia, come conseguenza dell’attivazione dell’articolo 26 del codice Schengen, che permette controlli alle frontiere interne fino a due anni. “L’Europa senza l’Italia non ha dove andare – osserva Alfano -. Questo assetto europeo col Regno Unito che fa il referendum per andar via ed eventualmente un’Italia che dovesse subire una scelta di questo genere, sarebbe un’Europa davvero inconsistente e senza un futuro”.