Migranti, Msf: “Stupri e torture in campi ufficiali Libia”

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Bruxelles, 7 set. (AdnKronos) – Nei campi ‘ufficiali’ di detenzione dei migranti in Libia, nei quali vengono rimandate le persone intercettate dalla Guardia costiera libica, finanziata e addestrata dall’Ue, si verificano stupri e torture. Lo ha denunciato Joanne Liu, presidente internazionale di ‘Medici Senza Frontiere’, in una conferenza stampa a Bruxelles. Nei campi di detenzione, ha detto, “le donne incinta vengono stuprate. Vengono particolarmente prese di mira, prese e violentate”. 

Liu ha parlato di “crudeltà sistematica” e di “torture. So – ha aggiunto – che non ci sono bacchette magiche, ma almeno bisogna smettere di rimandare le persone in quella terra da incubo che è la Libia” oggi.

STANZE LURIDE – Per la Liu, “i leader europei” – che “si rallegrano perché meno persone arrivano sulle coste” italiane – sono “complici e vogliamo che ne rispondano”.

La presidente di Msf ha inviato una lettera aperta ai leader europei: “Ho visitato un certo numero di centri ufficiali di detenzione la settimana scorsa e sappiamo che questi centri di detenzione ufficiali sono solo la punta dell’iceberg – scrive – le persone vengono considerate semplicemente materia prima da sfruttare. Vengono stipate in stanze scure, luride, senza ventilazione, vivono uno sull’altro”.  

LA LETTERA – La lettera aperta è stata inviata da Msf anche al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, oltre che a tutti gli altri leader degli Stati membri e alle istituzioni dell’Unione europea per denunciare le atroci sofferenze che le loro politiche sulla migrazione stanno alimentando in Libia. ”Il dramma che migranti e rifugiati stanno vivendo in Libia dovrebbe scioccare la coscienza collettiva dei cittadini e dei leader dell’Europa”, si legge nella lettera firmata anche da Loris De Filippi, presidente di Msf in Italia, oltre che da Liu.

”Accecati dall’obiettivo di tenere le persone fuori dall’Europa, le politiche e i finanziamenti europei stanno contribuendo a fermare i barconi in partenza dalla Libia, ma in questo modo non fanno che alimentare un sistema criminale di abusi”.

LA DETENZIONE – Msf assiste le persone nei centri di detenzione di Tripoli da più di un anno e ha visto questo schema di detenzione arbitraria, estorsioni, abusi fisici e privazione dei servizi di base che uomini, donne e bambini subiscono in questi centri, spiega l’organizzazione in un comunicato. ”La detenzione di migranti e rifugiati in Libia è vergognosa. Dobbiamo avere il coraggio di chiamarla per quello che realmente è: un’attività fiorente che lucra su rapimenti, torture ed estorsioni” continua la lettera aperta di Msf.

”Le persone sono trattate come merci da sfruttare. Ammassate in stanze buie e sudicie, prive di ventilazione, costrette a vivere una sopra l’altra. Le donne vengono violentate e poi obbligate a chiamare le proprie famiglie e chiedere soldi per essere liberate. La loro disperazione è sconvolgente”, prosegue la missiva.

LA POLITICA – ”Chi è davvero complice dei trafficanti: chi cerca di salvare vite umane oppure chi consente che le persone vengano trattate come merci da cui trarre profitto?”, si domanda Msf nella lettera. ”La Libia è solo l’esempio più recente ed estremo di politiche migratorie europee che da diversi anni hanno come principale obiettivo quello di allontanare le persone dalla nostra vista. Tutto questo toglie qualunque alternativa alle persone che cercano modi sicuri e legali di raggiungere l’Europa e le spinge sempre più in quelle reti di trafficanti che i leader europei dichiarano insistentemente di voler smantellare”, prosegue.

Per Msf, vie legali e sicure perché le persone possano raggiungere Paesi sicuri sono l’unico modo per proteggere i diritti delle persone in fuga, assicurare un controllo legale delle frontiere europee e rimuovere quei perversi incentivi che consentono ai trafficanti di prosperare: ”Le persone intrappolate in queste ben note condizioni da incubo hanno disperato bisogno di una via di uscita. Devono poter accedere a protezione, asilo e quando possibile a migliori procedure di rimpatrio volontario. Hanno bisogno di un’uscita di emergenza verso la sicurezza, attraverso canali sicuri e legali”.

MISERIA E SOFFERENZA – ”Non possiamo dire che non sapevamo quello che stava accadendo. Non possiamo continuare a tollerare questo vergognoso accanimento sulla miseria e la sofferenza delle persone in Libia”, conclude la lettera di Msf. ”Permettere che esseri umani siano destinati a subire stupri, torture e schiavitù è davvero il prezzo che, per fermare i flussi, i governi europei sono disposti a pagare?”, conclude la lettera.