Rimini, 21 ago. – (AdnKronos) – dell’inviato Enzo Bonaiuto
“Il voto anticipato resta una delle possibilità, poi c’è forse la riedizione di una coalizione giallo-verde e quella di una diversa maggioranza parlamentare”. E’ quanto spiega il ministro degli Esteri Enzo Moavero, a margine del suo intervento al Meeting di Rimini. “Avendo sentito ieri forse troppe parole dure, oggi sono particolarmente felice dell’abbraccio del Meeting di Rimini” ha detto. “L’ambito della discrezione delle forze politiche in Parlamento è ampio – osserva Moavero – e la direzione del Capo dello Stato ci incute soltanto fiducia: aspettiamo l’evoluzione reale della situazione”. “I tempi rapidi ci permetteranno di avere presto delle risposte”. “Con le dimissioni del governo Conte, si è aperto un percorso costituzionale, a cominciare dalle consultazioni al Quirinale. Dobbiamo tutti doverosamente aspettare l’evoluzione della situazione reale – riflette Moavero – piuttosto che fare grandi congetture, per appassionanti che siano”.
“Le fini dei governi, come le fini dei cicli politici, raramente sono rose e fiori, normalmente sono ispide: questa fine di governo si presenta come una sorta di delusione collettiva, anche di chi vi ha fatto parte e delle forze politiche che l’hanno sostenuto”. Ma, prosegue il titolare della Farnesina, “siamo pur sempre nella fisiologia politica italiana, di un Paese che ha avuto finora 65 governi in poco più di 70 anni di vita democratica”. “Nessuno di noi ha rinnegato il lavoro svolto insieme e credo che nessuno debba rinnegarlo, specie i protagonisti di questo lavoro che, in ogni modo, è stato svolto sempre con l’intento di fare il bene del Paese”. Ma perché allora questo governo è caduto? “C’è una dinamica politica determinata anche dalla evoluzione di un ciclo politico, collegata a elementi di diversa visione da parte delle due forze politiche che lo componevano, prima ancora di entrare nell’accordo che ha portato al governo – risponde Moavero – diverse visioni che poi sono state di volta in volta regolate e talvolta no: a un certo punto, sì sono tirate le somme”. Ci sono autocritiche da fare? ” Sia nel corso che alla fine di un’esperienza di governo, come di qualsiasi esperienza di vita, le autocritiche sono sempre doverose – osserva – Non si può immaginare o illudersi di indovinarle tutte…”.
A proposito dell’eventualità di Conte come “nuovo commissario italiano alla Ue”, Moavero dice che “molti possono essere buoni commissari europei: le decisioni spetteranno al prossimo governo”. Il titolare della Farnesina ricorda che “esiste una data di riferimento, fissata al 26 agosto: non è un termine perentorio, ma permetterebbe alla presidente Ursula von der Leyen di completare la compagine europea, nell’interesse di tutti gli Stati membri, per poi dare inizio alle varie audizioni parlamentari. Sarebbe necessario per l’Italia procedere entro tale data”.
Quanto alle conseguenze della crisi di governo sul piano più strettamente economico, riguardo soprattutto alla legge di stabilità, Moavero osserva che “la procedura di infrazione da parte della Ue non si è aperta, sulla base di dati concreti che danno anche una base importante per la prossima legge di stabilità. Si parte da una situazione economica che l’Unione Europea, pochi mesi fa, ha considerato positiva”. “Governo Ursula? Vedo che sono identificate varie ‘Ursule’ nella possibile cosmologia politica… – conclude – E una eventualità che presuppone l’adesione di forze politiche che ieri, nel dibattito parlamentare, non sembravano stare dalla stessa parte”.
Il regolamento “superato” di Dublino, che carica di “tutti gli oneri” i Paesi di primo arrivo dei migranti, crea “divisioni fenomenali, egoismi che trionfano”, dando vita a “un’Europa vittima di egoismi localistici, nazionali, vittima del nazionalismo, che possiamo ribattezzare sovranismo, ma tale è e l’Europa sui nazionalismi si è fatta la guerra”. “Purtroppo – ha sottolineato il titolare della Farnesina, secondo il quale dinanzi al “fenomeno epocale delle migrazioni la Ue è stata latitante” – l’Europa resta arroccata unicamente ad una regola molto superata”, quella per cui sono i Paesi di primo arrivo a doversi fare carico dei migranti.