Mobilità sanitaria interregionale: le dinamiche di cui tenere conto

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Oggi più che mai alcune dinamiche che interessano la sanità nel nostro Paese sono poste sotto la lente di ingrandimento. Tra queste ritroviamo i dati che riguardano la mobilità sanitaria interregionale, che chiama in causa direttamente il diritto dei cittadini di ricevere assistenza sanitaria in strutture differenti dalla regione di residenza.

Da un lato c’è l’indice che definisce l’attrazione di una regione che accoglie pazienti di altre zone, parliamo della cosiddetta “mobilità attiva”. Dall’altra parte c’è la “mobilità passiva” che si identifica con l’indice di fuga da una regione. Quest’ultimo viene esaminato considerando le persone che decidono di curarsi in una struttura che non si trova nella loro regione.

Il valore economico che differenzia la mobilità attiva da quella passiva è ciò che definisce il saldo, cioè il riconoscimento finanziario della mobilità sanitaria di una Regione o provincia autonoma. Gli ultimi dati, che risalgono al 2018, sono quelli inseriti nel report dell’Osservatorio GIMBE e ci indicano che è il Nord ad avere un saldo positivo, mentre è il Centro-Sud ad avere la peggio, con la sola eccezione del Lazio.

Alla luce degli ultimi avvenimenti, sappiamo che questi dati sono alquanto suscettibili e i motivi sono vari. In primis, non è possibile stabilire ancora quali sono nel dettaglio le prestazioni che suscitano più attrazione. In secondo luogo, si sono svolti passi avanti per tentare di ridurre il più possibile gli spostamenti dei cittadini per ricevere assistenza. Il fenomeno comporta costi per lo Stato non ancora stimabili, considerando assenze dal lavoro dei familiari, le retribuzioni dei permessi ed altro.

In questo senso, la telemedicina, sempre più in voga negli ultimi anni, ha giocato un ruolo fondamentale, che sembra destinato ad estendersi ancora. Il paziente può ricevere un consulto medico online senza dover raggiungere la struttura e in tempi più rapidi.

Il professionista opera nel rispetto del paziente, redige la cartella clinica, effettua la sua valutazione e può monitorare l’utente in modo costante. Si tratta di un’opzione scelta anche per chi desidera avere una prima o seconda opinione prima di mettersi in cammino ed effettuare viaggi di lunga percorrenza.

In definitiva, i dati sulla mobilità sanitaria interregionale faranno presto i conti con le nuove tecnologie messe in campo. Non ci resta che capire in che modo questo cambierà l’esito finale del saldo.