Moda e cultura nei decumani: Fashion on the road riscopre le radici egizie di Napoli

403

di Fiorella Franchini

“La moda non è qualcosa che esiste solo negli abiti. La moda è nel cielo, nella strada, la moda ha a che fare con le idee, il nostro modo di vivere, che cosa sta accadendo”. La filosofia di Coco Chanel, la più iconica delle stiliste, diventa realtà con il progetto Napoli fashion on the road, creato e lanciato da Curtis & Moore nel febbraio del 2016, in cui la moda si mescola alla cultura, all’enograstromia, alla religione, alle tradizioni e alle infinite sfumature della città di Napoli. La creatività di stilisti internazionali si racconta attraverso un full immersion nell’identità partenopea. Un’opportunità per divulgare diversi contenuti, riti, paesaggi, piatti tipici, aneddoti e leggende, superstizioni, attraverso un mix di fotografia fashion, street photography e fotografia documentaristica. La rinnovata attenzione per Napoli non è una novità perché in base alle recenti statistiche, la città è tra le più cliccate sul web, seconda soltanto a Londra, in ambito europeo, e ha già destato l’attenzione di grandi firme come Dolce&Gabbana, Givenchy, Versace. La novità di Napoli Fashion on the road è l’uso della moda come il mezzo di marketing territoriale che consente di scoprire aspetti di Napoli e della Campania, poco conosciuti. L’inquadratura si allarga, fonde luci e colori, odori, sapori. In quindici tappe hanno già collaborato stilisti come Tsang Fan Yu (Hong Kong), Eduardo Amorim (Portogallo), Razan Alazzouni (Emirati Arabi), Jill de Burca (Irlanda), Veronique Miljkovich (Canada), Dori Tomcsanyi (Ungheria), Kira Maysheva e Saule Dzhami (Kazakistan), Merve Kardes (Turchia), Clementine Sandner (Francia) e Rosemarie Abela (Malta) e tanti sono stati gli scorci della città illuminati dai riflettori. Per la sedicesima tappa la moda si è fermata nel cuore del triangolo esoterico del capoluogo campano, evocando le radici egizie della città, presentando le realizzazioni della giovane stilista Mara Serra, laureata in Design per la Moda presso l’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli e di Saverio Ventura, studente dell’Accademia della Moda di Napoli.

Tra Piazza San Domenico Maggiore, Piazzetta Nilo, e Cappella Sansevero, pittura, musica, accessori di luxury fashion e gastronomia si sono tramutati in un vero e proprio mix alchemico. I dipinti dell’artista Giuliana Guzzi, dedicati a Iside e Arpocrate e alla Madonna col Bambino, e la riproduzione in creta di un Ushabti, antica statuetta egizia utilizzata nel culto dei defunti, hanno dato un’intensa connotazione storico-artistica alla sessione fotografica e video curata dai professionisti del team di Curtis & Moore Italia. La cultura egiziana ha fortemente influenzato quella campana: fenicio fu il primo avamposto di Pathenope, alessandrino fu in intero quartiere commerciale nel cuore di Neapolis, la Regio Nilensis, in cui le taberne vendevano spezie e prodotti pregiati provenienti dall’Egitto. Con le merci giunsero anche riti e culti nuovi. Il tempio di Iside era immenso e ricco, lo ricorda lo storico Bartolomeo Capasso rievocando una devozione profonda che si è radicata nelle costruzioni, nelle credenze, nell’arte. La dea dei mille nomi, protettrice della famiglia, delle partorienti, dei naviganti si è incarnata come principio ancestrale di divino femminile, nelle chiese, nelle edicole, nelle feste dedicate alla vergine Maria, nei talismani e nell’attrazione verso l’occulto, nel rispetto per la morte. Madre e maga, sposa fedele di Osiride, Iside vive nei valori tradizionali dell’amore coniugale e della famiglia, nella donna passionale del sud che lotta senza sosta per i propri affetti. L’affascinante sonorità del tamburo armonico Rammerdrum del maestro Marco Tirino, ai piedi della statua del Nilo, a Largo Corpo di Napoli, ha evocato un particolare misticismo, che si è fuso con il chiassoso vociare di Spaccanapoli. Il raffinato foulard di seta del brand inglese Rampley & Co, raffigurante un dipinto del grande pittore napoletano seicentesco Luca Giordano, ha ancor più valorizzato la bellezza esotica della giovane modella Valentina Cozzolino. Una firma internazionale nata dalla passione per gli accessori eleganti caratterizzati da un design innovativo, da tessuti di alta qualità e creazione artigianale, che collabora con partner come la National Gallery di Londra, il British Museum e il Victoria & Albert Museum. Il trucco della modella, curato dalla make up artist Annabella Beato, si è ispirato alla bellezza leggendaria di Nefertiti. La scelta gastronomica della tappa ha premiato la birra artigianale Serro Croce, impresa curata dall’imprenditore campano Vito Pagnotta, che fa parte della terza generazione di un’azienda agricola, sita nel cuore dell’Alta Irpinia, impegnata dal 1969 nella coltivazione di cereali. Il marchio Serrocroce ha collezionato importanti premi oltre che raggiunto grandi traguardi, nel corso degli anni. La birra Granum, caratterizzata da un mix di grani antichi tipici del territorio, nel 2017 ha vinto il premio “Luppolo d’oro” nel concorso “Best Italian Beer“. La birra “Chiara” invece, nel 2018, ha vinto il premio “Luppolo di bronzo“. Non poteva mancare la pizza marinara, arricchita con ceci, dell’esperto maestro pizzaiolo Vincenzo Esposito di “Pizzeria Carmnella” a Napoli. Birra e cereali che gli studi e i ritrovamenti archeologici confermano essere prodotti tipici dell’alimentazione egizia. Storia e archeologia rintracciate nelle nostre abitudini alimentari e di costume a conferma del grande legame tra presente e passato.

L’Egittomania ha contagiato tutto il mondo occidentale ma la più antica sezione egizia d’Europa appartiene al Museo Archeologico di Napoli, nata prima di quelle del Louvre, dei Musei Vaticani, dell’Egizio di Torino, formata da oggetti rinvenuti a Pompei, Ercolano e Pozzuoli e dalle raccolte private dei Farnese e dei Borgia. “Il format – conferma il direttore artistico del progetto, Cristiano Luchini – continuerà a ricercare e a valorizzare gli elementi di connessione in tutta la regione anche nelle prossime tappe”. Cultura antica e popolare, creatività e imprenditoria si mescoleranno ancora con eleganza e passione occupando gli spazi della comunicazione sociale. La moda scende nelle strade, il patrimonio culturale invade i mezzi di comunicazione, una contaminazione che promette di essere fertile di nuove sovrapposizioni. Napoli Fashion on the road come occasione di valorizzazione delle imprese e delle ricchezze del made in Campania, obiettivo cha ha destato l’attenzione dei Media, del Comune di Napoli e dell’assessorato allo sviluppo del turismo della Regione Campania che ne hanno visto le potenzialità d’importante volano per il rilancio del territorio, palcoscenico internazionale della moda e della cultura con tutto il suo bagaglio di genialità, di saperi e sapori, di amore per il bello.