Mondo Convenienza, stipendi da fame: scoppia la rivolta dei lavoratori

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“Lo Stato ha il dovere di contrastare lo sfruttamento. Il tavolo tra l’azienda Mondo Convenienza e le sigle sindacali confederali è servito a cancellare il regolamento aziendale addirittura peggiorativo rispetto al Ccln, ma non è stato risolto l’inquadramento nel contratto pulizie multiservizi, del tutto inappropriato per lavoratori della logistica: le paghe da 6,80 euro lordi l’ora, il meccanismo dell’indennità di trasferta su base mensile e i 25 licenziamenti resteranno in piedi. Il punto è che, davanti a questo strapotere e a questi livelli di sfruttamento predatorio, nessuna trattativa sindacale è sufficiente”. Così il deputato di Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi, dopo l’incontro ieri sera, insieme al segretario toscano di Sinistra Italiana, Dario Danti, a Campi Bisenzio (Firenze) con i lavoratori in sciopero di Mondo Convenienza da più di 100 giorni. “Lo Stato non può lasciare soli i lavoratori, le lavoratrici – aggiunge in una nota – e le forze sindacali a lottare per la dignità con armi impari. Serve rendersi conto di ciò che accade ormai in interi distretti, in intere filiere. Serve mettere in discussione il sistema degli appalti e delle esternalizzazioni”. Per Grimaldi “serve conoscere il lavoro povero in tutte le sue forme e il modo in cui se ne servono alcuni padroni e caporali per fare profitti fuori scala. Serve un salario minimo legale: non è la sinistra a chiederlo, ma chi lavora 12 ore al giorno per stipendi da fame e in condizioni di insicurezza”. “Se vogliamo che dopo Brandizzo cambi qualcosa, è tempo – conclude – di un impegno reale da parte di tutte le forze democratiche e di tutte le istituzioni per combattere lo sfruttamento che genera le stragi sul lavoro”. Secondo Danti “turni massacranti, stipendi da fame, assenza di strumenti di lavoro. Servizi esternalizzati, lavoratori assunti tramite cooperativa in condizioni di sfruttamento, mentre l’azienda fattura 1 miliardo di euro l’anno. Adesso basta risparmiare sul costo e sulle tutele del lavoro. Tanti sono i motivi per chiedere dignità e salario. Iniziamo a dire basta lavoro povero. C’è bisogno di un salario minimo legale subito”.