Monte di Pietà e la sua Cappella restino patrimonio della città di Napoli, l’appello di Unisin Campania

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in foto la Cappella del Monte di Pietà a Napoli

“Come non pensare al palazzo del Monte di Pietà e alla sua Cappella, di proprietà di Intesa Sanpaolo, nella Giornata internazionale dei Musei… L’edificio si trova in via san Biagio dei Librai, nel decumano inferiore della antica città greco-romana, nel Centro storico di Napoli. Un patrimonio storico e pubblico di Napoli, che rappresenta da secoli anche un pezzo della sua storia, sta per passare in mani private.Sarebbe opportuno che le Istituzioni, lo Stato o la Regione, esercitassero in caso di vendita il diritto di prelazione, previsto dalla legge, sull’immobile, così da prevedere la sua fruizione pubblica, magari come sede museale. Potrebbe essere l’occasione di una rinascita e di sviluppo per l’intera zona, con la creazione di un grande polo che possa comprendere il vicino Archivio di Stato ed anche l’Università”. E quanto si legge in un appello diffuso dalla segreteria regionale di Unisin Campania.
“Questo polo – continua la nota – potrebbe essere destinato a sede museale così come alla ricerca ed allo studio di documenti della storia economica e sociale della città, integrando altri luoghi cittadini, come ad esempio l’importantissimo Archivio Storico del Banco di Napoli. Il palazzo del Monte di Pietà rappresenta un bene storico monumentale dove sono conservate opere d’arte di valore immenso. Testimonianza di quel ruolo sociale che portò alla sua fondazione e che per secoli ha rappresentato un elemento imprescindibile nella vita del popolo napoletano. Il complesso potrebbe essere ancora utilizzato per il bene della città, a cui non deve essere sottratto, ma, soprattutto, non deve essere mutata la vocazione di una struttura, che ha un valore artistico e storico inestimabile, per destinarla ad una non meglio specificata attività commerciale. Non dimentichiamo lo straordinario valore delle opere d’arte conservate nella Cappella del Monte di Pietà, annessa all’edificio oggetto della vendita da parte di Intesa Sanpaolo. Tutto ciò significherebbe svilire la funzione originaria di questo luogo e, inoltre, negare la fruizione pubblica di un pezzo del patrimonio di Napoli, di quello che è stato per secoli un luogo storicamente dedicato al credito”.
“Alla perdita di centri decisionali, a Napoli, in Campania e nell’intero Mezzogiorno d’Italia, non bisogna far seguire anche la privatizzazione del patrimonio storico-artistico. – sostengono Massimiliano Iannaccone, Bianca Desideri, Andrea Brancaleone, Francesco Grandine e Luigi Sarro, rispettivamente presidente, segretario regionale responsabile e vice segretari regionali di Unisin Campania -. Occorre – proseguono i sindacalisti – una netta inversione di tendenza, che può cominciare con il permanere in mano pubblica di un fondamentale elemento quale il palazzo del Monte di Pietà e la relativa Cappella”.