Washington, 30 lug. (AdnKronos) – Con Donald Trump “con le mani e i piedi legati” dal Congresso, tramontata l’idea del reset con Washington, dove adesso la Russia è tornata a essere considerata il nemico numero uno, Mosca si prepara in autunno alla guerra economica. E’ la previsione di alcuni analisti russi, intervistati dal “Washington Post” dopo il via libera alle nuove sanzioni americane, per rispondere alle quali a Mosca si stanno valutando diverse opzioni, con la consapevolezza che la questione sta diventando molto seria.
“Ok, voi pensate che siamo cattivi, allora saremo cattivi, e vediamo se questo vi piace o no”, dice Kostantin Eggert, commentatore politico televisivo, interpretando il pensiero del Cremlino in queste ore. In realtà le cose per la Russia, abituata a rapporti difficili con l’Occidente, sembrano mettersi parecchio male. “Nessuno aveva paura per le prime sanzioni”, quelle del 2014, dopo la guerra in Ucraina, “era quasi divertente – sostiene Andrei Kolesnikov, già membro dell’ufficio stampa di Vladimir Putin, coautore di un libro di interviste al presidente – Adesso, tra i funzionari russi c’è la sensazione che tutto sia molto serio. E guardano a Putin per vedere cosa fa”.
Le previsioni per l’autunno sono chiare: guerra economica. Almeno secondo Andrei Sidorov, esperto di politica internazionale all’Università di Mosca, considerato un falco. “Se la legge sulle sanzioni sarà adottata, allora inevitabilmente entreremo nella fase di quella che chiamiamo Guerra Fredda. E la Guerra Fredda implica varie risposte”.
Secondo Kommersant, quotidiano vicino al Cremlino, la Russia potrebbe decidere di tagliare le esportazioni di titanio e di uranio arricchito agli Stati Uniti, danneggiando così l’industria aeronautica americana, potrebbe bloccare le iniziative diplomatiche all’Onu, come il voto sulle sanzioni alla Corea del Nord, e la cooperazione con la Siria, arrivando poi ad espellere dal proprio territorio aziende come Google e Microsoft.
Ma Mosca sa di avere le armi spuntate per una guerra commerciale. Come ammette Fyodor Lukyanov, presidente del Consiglio per gli studi di politica estera e difesa, “è naturalmente molto difficile per la Russia fare qualcosa che danneggi gli interessi americani a meno che non sia pronta a prendere misure che danneggeranno sé stessa”.