Moscato d’Asti, in ripresa vendite per bollicine delle feste

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Asti, 12 dic. (Labitalia) – “Negli ultimi anni, c’è stato un calo di vendite ma adesso sta recuperando abbastanza bene, poco per volta recuperiamo. Adesso stiamo sui 90 milioni circa di bottiglie prodotte, ma possiamo arrivare a 100 milioni. Il Moscato d’Asti è il primo vino della vendemmia 2018 che va in bottiglia: è un vino fresco e dopo un mese dalla vendemmia si può già imbottigliare. E questa annata sembra abbastanza buona: noi lavoriamo tutto l’anno per fare il massimo”. Così Romano Dogliotti, presidente del Consorzio per la tutela dell’Asti e del Moscato d’Asti, parla di quelli che sono considerati i due vini bianchi dolci italiani per eccellenza e che occupano nella famiglia dei grandi vini piemontesi una posizione di rilievo.

L’Asti, in particolare, è fra le massime espressioni delle bollicine dolci nel mondo ed è sinonimo di festa, associato nella mente dei consumatori a momenti gioiosi. “Il Moscato – ricorda il presidente del Consorzio – è un vino delle feste ma si consumo tutto l’anno. Dal 1994 io faccio Asti spumante e si vende tutto l’anno: l’occasione buona per stappare una bottiglia di Asti o di Moscato d’Asti c’è sempre, fra compleanni, matrimoni e poi Natale. E quando io ero giovane in vigna con mio padre ci facevamo colazione”.

Da un anno, poi, esiste la versione Asti secco: “Questa è la prima annata – spiega – e siamo arrivati a 2 milioni di bottiglie. Il mercato in Italia ha risposto bene, all’estero è ancora presto, deve essere ancora conosciuto. La nostra aspettativa è di crescere, ora siamo a 2 milioni d bottiglie e in qualche anno potremmo arrivare anche a 10 milioni di bottiglie”.

Asti e Moscato d’Asti sono stati protagonisti, insieme ad altre Denominazioni astigiane, della prima edizione di ‘Moscato d’Asti Experience’, ricevendo l’apprezzamento di stampa, esperti e buyer internazionali. “Un evento pienamente riuscito – dichiara Giorgio Bosticco, direttore del Consorzio di tutela dell’Asti Docg – che ha trasmesso appieno il messaggio che il Moscato d’Asti porta con sé. Un vino fortemente radicato al suo territorio d’origine, con un profilo sensoriale unico che lo rende una vera e propria icona del lifestyle italiano, imponendosi a livello internazionale come massima espressione di eccellenza tra i vini aromatizzati di tutto il mondo. Siamo certi che ‘Moscato Experience 2018’ contribuirà ad accrescere e consolidare quel trend positivo che le nostre denominazioni stanno vivendo”.

In seguito all’entrata in vigore della Denominazione d’origine controllata e garantita ‘Asti’ nel 1993, le due storiche tipologie Asti e Moscato d’Asti sono state riconosciute come espressione dello stesso vigneto. Sono tra i pochi vini che mantengono inalterate le caratteristiche organolettiche dell’uva, per effetto di una soffice spremitura e di una limitata fermentazione alcoolica, consentendo così di poter assaporare nel calice i profumi e gli aromi dell’una appena raccolta.

Nato nel 1932, il Consorzio per la tutela dell’Asti Docg coordina e promuove attività di valorizzazione del territorio d’origine dell’uva Moscato bianco, la cui coltivazione si estende per circa 10.000 ettari in un’area che comprende 52 Comuni delle province di Alessandria, Asti e Cuneo.

Oltre 1.400 ettari hanno una pendenza superiore al 40% e, di questi, 330 ettari hanno una pendenza maggiore del 50%: si tratta dei vigneti storicamente soprannominati ‘Sorì’, dove non è possibile utilizzare mezzi meccanici e il lavoro viene svolto esclusivamente a mano. All’Asti spumante è dedicata una delle cinque ‘core zone’ dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero Monferrato, patrimonio mondiale dell’Unesco. Le aziende consorziate sono 1.109 divise tra 53 case spumantiere, 1.023 aziende viticole, di cui 116 vitivinicole, 17 aziende vinificatrici, 16 cantine cooperative.

Nel 2017 sono stati prodotti 87,8 milioni di bottiglie in totale di Asti Docg, di cui 53,8 mln di Asti e 34 mln di Moscato d’Asti. L’85% della produzione viene esportato all’estero. In percentuale di vendita sul totale del mercato, le nazioni in cui si consuma di più sono per l’Asti dolce Docg Russia (17%), Italia (15%), Germania (14%), Usa (11%), Gb (9%), Giappone (3%), seguiti al 2% da Austria, Canada, Danimarca, Polonia e Ucraina; per il Moscato d’Asti Docg Usa (67%), Italia (10%), Corea del Sud e Grecia (entrambe 4%), Danimarca e Svizzera (entrambe 3%).

Come per la tipologia Dolce, anche il nuovo Asti Secco Docg è ottenuto dal vitigno Moscato Bianco. Ha ottenuto il riconoscimento a Docg nel 2017 da un progetto di ricerca che si è avvalso delle migliori professionalità e competenze nella vinificazione e nella spumantizzazione del Moscato bianco. La tecnica di spumantizzazione, alla cui messa a punto ha contribuito il laboratorio di ricerca del Consorzio di tutela, prevede particolari condizioni di permanenza con lieviti selezionati che portano ad avere un quadro gustativo e olfattivo equilibrato e armonioso.