Per vedere il suo recente progetto fotografico in mostra è volata a New York: viareggina, classe 1974, Veronica Gaido espone presso il Consolato Generale d’Italia di cui il Console Generale Fabrizio di Michele, una raccolta di scatti che raccontano la sua ricerca sul paesaggio urbano con i suoi misteriosi landmark che, in punta di luce, disegnano suggestioni quasi astratte.
«Quando fotografo un edificio o una città, cerco di vedere il movimento dinamico all’interno, quasi come se fossero corpi viventi», prosegue Gaido. Non a caso, secondo Philippe Daverio «le foto di Veronica Gaido aprono un dialogo giocoso con la luce che si evolve in orizzonti sorprendenti e inaspettati». artist. <<Siamo entusiasti di ospitare questa mostra personale della talentuosa fotografa italiana Veronica Gaido» afferma Fabrizio Di Michele, Console Generale d’Italia a New York. «Nel centenario della nascita di Italo Calvino, le sue opere impressioniste riescono a cogliere l’anima stessa delle “città invisibili” su cui ha puntato. Ciò è particolarmente vero per New York, la cui atmosfera dinamica sembra emergere dall’intreccio di luci, colori e grattacieli». C’è negli scatti di Gaido un tocco di ambiguità misteriosa, un tratto inconfondibile che conquista e seduce lo sguardo, spingendoci a cogliere i dettagli, i frammenti di ogni immagine. «Gli edifici che indago nascondono mondi che non conosciamo, vite che con ogni probabilità non entreranno mai in contatto con noi», afferma l’artista. «Credo che la fotografia sia uno strumento efficace per esplorare la memoria e per intraprendere un viaggio che è anche spirituale. Attraverso l’uso di immagini, catturo tracce del passato per evocare i ricordi legati alle città, un po’ come faceva Calvino». Come precisa Maria Vittoria Baravelli: «per raccontare il proprio punto di vista sul mondo, Gaido utilizza il mezzo fotografico come un pennello. Grazie alla tecnica della lunga esposizione, il fluire della realtà prende vita nella fotografia. Una vita filamentosa, non perfettamente a fuoco ma senza fine». E ancora: «Guardare una fotografia di Veronica Gaido innesca in noi quel procedimento a ritroso che scaturisce quando proviamo a ricordare qualcosa. Tutto questo considerando che “ricordare” (come dice l’etimologia latina della parola stessa) non è solo un’azione della mente, ma un vero e proprio viaggio emozionale». Si può visitare la mostra su appuntamento, c’è tempo fino al 30 luglio 2023 scrive Sonia S. Brava su AD.