Mostre, a Capodimonte 80 tesori di Battistello Caracciolo “patriarca bronzeo dei Caravaggeschi”

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Il Museo e Real Bosco di Capodimonte presenta in sala Causa la grande mostra monografica su Battistello Caracciolo, artista (Napoli, 1578-1635) che più di altri ha incarnato gli insegnamenti di Caravaggio, al punto da ottenere la definizione di “patriarca bronzeo dei Caravaggeschi” dallo storico dell’arte e critico Roberto Longhi.

L’esposizione, a cura di Stefano Causa e Patrizia Piscitello, nasce dall’idea di Sylvain Bellenger, direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte, con la collaborazione istituzionale di Mario Epifani, direttore del Palazzo Reale di Napoli e di Marta Ragozzino, direttrice regionale Musei Campania. In queste altre due sedi sono presenti opere di Battistello in un percorso espositivo legato alla mostra di Capodimonte, anche attraverso una bigliettazione congiunta per tutta la durata della mostra fino al 2 ottobre 2022.

In sala Causa al Museo e Real Bosco di Capodimonte sono allestite quasi 80 opere molte delle quali provenienti da istituzioni pubbliche, italiane ed estere, enti ecclesiastici e privati collezionisti. Al Palazzo Reale sarà possibile visitare la sala del Gran Capitano affrescata da Battistello Caracciolo mentre alla Certosa e al Museo di San Martino il percorso di mostra si snoda tra le cappelle dell’Assunta, di San Gennaro, di San Martino e nel Coro della Chiesa, oltre che nelle sale dedicate a Battistello nella galleria del Quarto del Priore.

La mostra di Battistello Caracciolo fa parte del programma di esposizioni che porta avanti il Museo e Real Bosco di Capodimonte su artisti napoletani e non napoletani che hanno avuto una stretta relazione con Napoli, anche se fugace, come nel caso di Picasso e, più recentemente, Jan Fabre o Santiago Calatrava, e che hanno visto il loro lavoro influenzato, spinto a esprimere qualcosa di diverso o a volte a prendere un nuovo corso, dall’esperienza napoletana. Dopo Luca Giordano, Vincenzo Gemito, Salvatore Emblema e ora Battistello Caracciolo, queste mostre monografiche sono spesso le prime in assoluto ad essere realizzate su questi artisti e contribuiscono ad una migliore individuazione, se non della Scuola, almeno del milieu napoletano, un milieu complesso che non può essere compreso solo da mostre strettamente filologiche che spesso occultano la complessità di una metropoli aperta al mondo come Napoli: gli scambi e l’unicità delle scienze umane nel senso più ampio del termine, sono qui più rilevanti della storia tradizionale e delle limitate mostre “scientifiche”.

Ogni mostra è influenzata da quelle che l’hanno preceduta per ciò che ci ha insegnato il suo soggetto, ma anche sull’arte di esporre, di raccontare e sulla ricettività del pubblico. In questo caso la mostra Oltre Caravaggio. Un nuovo racconto della pittura a Napoli, a cura di Stefano Causa e Patrizia Piscitello, inaugurata lo scorso 31 marzo, ha influenzato anche la mostra su Battistello Caracciolo, suggerendo l’introduzione di elementi di confronto con la scultura o con opere pittoriche di diversa sensibilità, apparentemente opposte alla figura di Caracciolo, scuotendo generi e materiali, senza cadere nel concetto di mostra di Civiltà, ha permesso di comprendere meglio la peculiarità di questo pittore, di cambiare prospettive e di dare nuove letture al ricco e poliglotta dialogo artistico nel potente Viceregno spagnolo, sempre scosso dall’arrivo di nuovi talenti provenienti da Firenze, dalla Spagna o da Roma, come Caravaggio, artisti quali Ribera, Lanfranco, Pietro Bernini o Michelangelo Naccherino e le loro opere presenti in mostra, rendono l’allestimento una festa visiva più rilevante e più ricca, dove il visitatore è un complice invitato a interagire.

Nato a Napoli nel 1578, dove muore nel 1635, Giovan Battista Caracciolo detto Battistello è il primo e il maggiore dei pittori caravaggeschi meridionali.

Il pittore fu riscoperto con un articolo del 1915 in due puntate sulla rivista l’Arte dal giovane Roberto Longhi (1890-1970). Lo scrittore e storico d’arte di origine piemontese non rinnegherà mai la passione per il pittore, di cui riuscì a procurarsi, per la propria raccolta di quadri caravaggeschi, un’opera come il potente Seppellimento di Cristo – esposta in mostra (Firenze, Fondazione Longhi).

Se Battistello fu quanto di più simile ad un allievo il Caravaggio (1571 – 1610) avesse avuto, bisogna riconoscere che fu un caravaggesco molto infedele. A differenza del maestro, egli disegna, affresca e incide. Alcuni dei lavori più impegnativi dell’ultimo tempo del Caracciolo, negli anni 1630, sono tra i capolavori della pittura murale in Italia meridionale. Battistello, di fatto, si forma come frescante tra la fine del ‘5oo e i primi del ‘6oo e, come pittore ad affresco, conclude, con l’aiuto di una bottega, il suo percorso in alcune delle maggiori chiese della città.

L’esposizione nella sala Causa del Museo e Real Bosco di Capodimonte comprende circa 80 opere in dialogo tra loro tra quelle già presenti nel museo e le altre giunte qui grazie a importanti prestiti di collezioni pubbliche, nazionali ed estere, collezioni ecclesiastiche e collezionisti privati.

Tra gli enti pubblici prestatori si ringraziano il Musée Cantonal des Beaux Arts di Losanna in Svizzera, la Cathedral Museum di Mdina a Malta, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, il National Museum di Stoccolma, l’Università di Torino, la Soprintendenza ABAP per la città metropolitana di Torino, la Galleria Nazionale delle Marche – Palazzo Ducale di Urbino, le Gallerie Nazionali di Arte Antica – Palazzo Barberini e Galleria Corsini di Roma, la Galleria Borghese di Roma, il Museo di Palazzo Pretorio di Prato, la Galleria Regionale della Sicilia – Palazzo Abatellis di Palermo, la Pinacoteca di Brera di Milano, la Soprintendenza ABAP per le province di Cremona, Lodi e Mantova, la Soprintendenza ABAP della città metropolitana di Firenze e delle provincie di Prato e Pistoia, i Musei del Bargello di Firenze e la Galleria degli Uffizi di Firenze, la Soprintendenza ABAP per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia, la Soprintendenza ABAP del Molise, il Ministero degli Interni – Fondo Edifici di Culto e le istituzioni campane come la Biblioteca e Complesso monumentale dei Girolamini a Napoli, il Pio Monte della Misericordia a Napoli, la Direzione regionale Musei Campania e la Certosa e Museo di San Martino a Napoli, la Soprintendenza ABAP del comune di Napoli e la Soprintendenza ABAP della città metropolitana di Napoli, la Soprintendenza ABAP di Salerno e Avellino, il Museo Civico Gaetano Filangieri di Napoli, il Museo Correale Terranova di Sorrento. Importante l’apporto della Fondazione Giuseppe e Margaret De Vito per la storia dell’arte moderna a Napoli di Vaglia (Firenze), della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi di Firenze e della Collezione Michele Gargiulo. Fondamentali per la mostra i prestiti provenienti dagli enti ecclesiastici: la Collegiata di S. Maria di Ognissanti a Stilo (Reggio Calabria), la chiesa della Natività della Beata Maria Vergine Roccadaspide (Salerno), il Museo Diocesano di Cremona, la Chiesa di San Michele Arcangelo di Baranello (Campobasso), la Cattedrale di Santa Maria Assunta al Duomo di Napoli, la Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro nel Duomo, la Cappella del Tesoro di San Gennaro, la Curia Arcivescovile di Napoli, la Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, la Chiesa Santa Maria Incoronatella della Pietà dei Turchini, la Chiesa del Gesù Vecchio, la Chiesa di Santa Maria della Stella, proprietà Ministero dell’Interno – Fondo Edifici di Culto, la Augustissima Arciconfraternita ed Ospedali della SS. Trinità dei Pellegrini e Convalescenti, la Basilica dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio. Si ringraziano il Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Napoli e tutti i collezionisti privati.9