“Alessandro Mendini piccole fantasie quotidiane” è il primo evento espositivo che un museo pubblico italiano, il Madre, dedica ad Alessandro Mendini (Milano 1931- 2019), dopo la sua scomparsa avvenuta nell’inverno dello scorso anno.
La mostra, fino all’1 febbraio, prodotta dalla Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee della Regione Campania, in collaborazione con Elisa e Fulvia Mendini e lo Studio Alessandro Mendini, a cura di Gianluca Riccio e Arianna Rosica, celebra una delle più importanti figure nel panorama internazionale del design e dell’architettura del secondo dopoguerra. A partire da un’inedita lettura del lavoro del grande architetto milanese, condotta attraverso la ricostruzione della fitta trama di relazioni tra design, arte e architettura, il progetto indaga scambi e reciproche influenze tra la poetica mendiniana e la cultura artistica d’avanguardia – dal dialogo con l’Arte Povera al costante riferimento al Futurismo fino agli echi della cultura Divisionista e Metafisica e al confronto critico con l’estetica della Pop Art – sia nella progettazione di oggetti industriali che nella realizzazione di opere pubbliche e installazioni ambientali, offrendo un’ampia testimonianza della poliforme sperimentazione di Mendini.
Opere, prototipi, documentazioni di performance, oggetti industriali, elementi d’arredo, disegni e bozzetti, realizzati da Mendini nel corso di oltre cinquant’anni di attività, sono organizzati in una sequenza di stanze tematiche restituendo allo spettatore tutta la mobilità del linguaggio mendiniano, segnato da un approccio ibrido e interdisciplinare al progetto costantemente in bilico tra espressività e funzionalismo, in cui il principio dell’assemblaggio e dell’accostamento improvviso e imprevisto di materiali, misure e forme storiche tende a prevalere sul principio della sintesi.
La mostra ricostruisce anche le diverse tappe del rapporto tra la sua ricerca e la città di Napoli, per la quale, fin dagli anni Ottanta, Mendini ha realizzato diversi progetti. Una monografia sarà pubblicata da Edizioni Madre in coedizione con Manfredi Edizioni.
La mostra è realizzata con fondi POC. La prenotazione è obbligatoria sul sito di coopculture.