Dal giorno 6 luglio 2019 fino al 27 settembre, presso il Complesso Monumentale di Santa Maria la Nova (piazza Santa Maria la Nova, 44), nella sezione “Art in progress” , saranno esposte a rotazione, dodici opere dell‘artista Marina Iorio, ricercatrice del CNR.
Si può affermare parafrasando Mark Bloch che la storia non é la scienza del passato ma é la scienza degli uomini nel tempo.
E con le opere di Marina Iorio il rapporto tra scienza ed arte é fittissimo. L’artista infatti elabora dati scientifici e quindi reali, tratti dai fondali oceanici e da altri ambienti naturali e li reinterpreta in maniera poetica attraverso i colori. Ed in questo senso le due figure distinte, quella della scienziata e quella dell’artista, con carriere distinte e parallele, si fondono in una grande personalità e si manifestano in modi nuovi attraverso le sue opere.
Si da quindi una trasfigurazione immaginifica e figurativa del dato naturale attraverso l’uso attento ed ispirato del colore.
Il filo rosso di queste opere, che partono dall’osservazione della natura, è infine l’uomo stesso, che secondo l’artista ha sempre, in sé, due nature, e che vive purtroppo spesso diviso, quasi scisso, tra il bene ed il male.
Marina Iorio crede che una vita intera non basterebbe a risolvere questo dualismo e la sua arte si fonda su questa considerazione essenziale.
Secondo l’artista l’uomo ha comunque la possibilità di superare la tensione dualistica tra il bene ed il male, attraverso la pienezza catartica generata dall’arte, intesa sia come esperienza interiore che come veicolo per comunicare in modo profondo con gli altri.
Ed in quest’ottica va compresa a pieno la scelta di coniugare la ricerca scientifica con la ricerca artistica, e di arrivare ad una originalissima fusione che diviene poi la sua più pura forma di espressione poetica. E tutto ciò rivela la sua volontà di porre la scienza a servizio dell’arte.
Attraverso l’arte inoltre ella divulga e rende immediatamente percepibili ai sensi i dati scientifici.
Marina Iorio opera attraverso l’utilizzo di forme astratte ed in movimento. Le forme sono poi enfatizzate attraverso l’uso attento dei colori, facendo uso di un tratto a volte netto ed a volte sfocato, modulato sapientemente in modo da alludere a ciò che ci vuole trasmettere.
Come già eloquentemente spiegato altrove da grandi critici, i significati più profondi ed intensi dell’opera d’arte sono da ricercare e da percepire attraverso l’osservazione delle opere stesse, mettendosi personalmente di fronte ad esse e permettendo alla loro forza evocativa di coinvolgere in maniera profonda il nostro spirito.
Diana Di Girolamo
(storica dell’arte)