Mostre, “Sing sing. Il corpo di Pompei”: negli scatti di Spina i tesori del Mann

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Dai reperti alla vita, duemila anni fa come oggi: la mostra ‘Sing Sing. Il corpo di Pompei’ – in programma al Museo archeologico nazionale di Napoli da oggi 21 gennaio al 30 giugno 2022 – è un progetto fotografico che Luigi Spina dedica agli ormai mitici depositi nei sottotetti del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Qui il miglior fotografo senior del 2020 secondo Artribune ha scovato oggetti unici, che raccontano la dimensione quotidiana degli antichi abitanti della Campania in epoca romana: sculture in bronzo, candelabri, lucerne, vasellame, oggetti di uso personale, arredi di antiche domus si integrano, così, in un suggestivo percorso di ‘anastilosi’. Con questo termine, in archeologia, si intende la ricostruzione di una struttura antica tramite la ricomposizione dei pezzi originali. “Serbatoio immenso per mostre internazionali, l’unico carcere da cui è facile evadere e andare in giro per il mondo, i celebri depositi del sottotetto, detti Sing Sing, diventeranno presto una ‘sezione’ del Museo, senza perdere il fascino di luogo magico amato dagli studiosi. Manca poco: già da tempo è iniziato lo storico riordino e molti materiali attualmente a Sing Sing troveranno spazio nelle rinnovate sezioni vesuviane a partire dalla Campania romana, la prossima estate, seguita dalla tecnologica romana e dalla numismatica. Sing sing sarà di tutti e avrà un nuovo volto grazie a una graficizzazione che ne guiderà il percorso di visita”, spiega in una nota il direttore del MANN, Paolo Giulierini. “L’esposizione degli oggetti sarà adeguata ai criteri antisismici studiati con il Dist dell’Università Federico II- aggiunge- Lo straordinario progetto fotografico di Luigi Spina, che ha generato una mostra in dialogo con i capolavori di Villa dei Papiri e uno splendido volume, è parte integrante di questo percorso epocale. È un pezzo di storia del Museo che resterà”.

Luigi Spina, che da anni lavora allo studio e alla narrazione dei capolavori dell’Archeologico, presenta così al pubblico i risultati del viaggio di ricerca compiuto stavolta in un luogo non fruibile al pubblico, nelle ‘celle’ di Sing Sing; in cinquanta scatti in bianco e nero, visibili oggi nelle sale della collezione Villa dei Papiri del MANN e in un raffinato volume pubblicato da 5 Continents Editions, Spina segue un itinerario fotografico che è cronaca, studio e testimonianza storica al tempo stesso: “Guardando il pane carbonizzato, intatto, ho immaginato il panettiere che lo fece quella notte: non ebbe più un giorno. Penso a quel pane che conserva intatto il desiderio della vita. Mi aggrappo al corpo di Pompei come se fosse il mio”, racconta il fotografo. Il percorso, anticipato online sui canali social del Museo durante il lockdown del 2020, è stato presentato a inizio dello scorso ottobre in occasione della manifestazione Mia Fair 2021 di Milano. Il progetto fotografico è parte integrante dello studio e della successiva valorizzazione dei depositi a cura della direzione e dello staff scientifico del MANN. L’esposizione, infatti, prelude a una nuova politica di accessibilità pubblica dei depositi museali.